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JPOW CHITARRA

Jerome Powell il filosofo: si intesta la vittoria contro il COVID (finanziario), poco su mercati – e dunque crypto e Bitcoin

Jerome Powell faceva il chitarrista, non andava troppo bene a scuola e fa il mistico. Un discorso forse più importante di quelli... macro.

A Princeton, in quella che era una cerimonia al di fuori dei soliti circuiti macro, Jerome Powell non ha toccato – come prevedibile – alcuno dei temi che potremmo considerare come caldi in questa particolare fase di mercato. Il presidente di Federal Reserve infatti si è limitato a parlare da un lato della sua esperienza universitaria a Princeton, dall’altro invece delle possibilità che il settore pubblico offrirebbe ai laureati di una delle più importanti università al mondo.

Ha parlato di fortuna – citando i genitori e i loro trascorsi anche in termini di formazione – e ha parlato della possibilità di tutti di farcela, anche se secondo le proprie tempistiche.

Per chi si attendeva delle novità importanti in termini di politica monetaria, e dunque di effetti anche su Bitcoin e crypto, ci sarà un po’ di delusione. Meglio così comunque, in particolare dato il fatto che domani i mercati americani saranno chiusi per il Memorial Day.

Jerome Powell non tradisce il “nuovo mandato”

Sarebbe stato noioso vedere Jerome Powell parlare ancora una volta di inflazione, di PIL e di altre problematiche mentre era stato invitato all’Università di Princeton per tenere un discorso davanti ai laureandi . E – essendo notoriamente Jerome Powell un uomo dotato di tatto e di comprensione del contesto – si è limitato a raccontare la sua esperienza a Princeton (sì, è stato studente lì), condividendo anche alcuni dei suoi fallimenti.

Dal primo anno passato suonando la chitarra in giro – per sua stessa ammissione – al grande recupero poi più avanti, per un percorso che sembrerebbe essere stato comunque molto soddisfacente.

  • Si ok, ma noi volevamo saperne di più sull’economia, Bitcoin, ecc.

In realtà, pur facendo un giro piuttosto largo, Jerome Powell ha affrontato dei temi strettamente economici. E lo ha fatto rivendicando come vittoria quanto avvenuto durante la crisi COVID:

Abbiamo adottato una serie di misure aggressive — molte delle quali senza precedenti — per fornire credito all’economia mentre il settore finanziario si stava riprendendo. Anche altri, nel governo e nel settore privato, hanno fatto la loro parte. Grazie agli sforzi congiunti di molti, siamo riusciti a evitare gli esiti peggiori. È difficile immaginare la pressione che si prova in momenti come quelli. I loro sforzi collettivi hanno salvato la nostra economia, e i funzionari pubblici di carriera coinvolti meritano il nostro rispetto e la nostra gratitudine. È un grande onore per me servire al loro fianco.

Una vittoria dunque e un pericolo scampato, che sembrerebbe essere l’angolo dal quale Jerome Powell vuole guardare a una situazione e a una reazione che probabilmente ha avuto degli impatti di lungo periodo che stiamo ancora scontando.

Per il resto, per chi vuole saperne di più su come si comporterà Federal Reserve (tagli, no tagli), ci sarà da aspettare. In settimana arriva, il 30 maggio, il PCE, che è l’indicatore di inflazione più apprezzato da Powell e da Federal Reserve. Il dato diffuso a aprile e riferito al mese di marzo è stato buono: +2,3%. Chissà se si tornerà ancora di più verso il 2%, con previsioni che per il momento mancano e che dovremo comunicarvi più avanti.

Bitcoin ha perso qualcosa in giornata, così come il resto del mondo crypto. Niente però che possa essere ricondotto alle uscite, invero assai modeste, di Jerome Powell. Che in chiusura cita addirittura il Vangelo di Luca:

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

Fotografando così il suo impegno, in modo assai lusinghiero, nel settore pubblico. Qui puoi trovare il discorso integrale in inglese.

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