Dietro l’incredibile performance di Livepeer, token un tempo di belle speranze ma ormai finito quasi nel dimenticatoio – c’è il solito meccanismo che anima ogni listing che avviene su Upbit, l’exchange crypto più utilizzato in Corea del Sud. È lo stesso meccanismo che, proprio nella giornata di oggi, ha alimentato un altro boom, quello di Pocket Network.
Accade praticamente tutte le volte che una nuova crypto diviene disponibile su quell’exchange, lasciando tra le altre cose spazio a polemiche (sugli insider trader) e anche ad accuse piuttosto solide. Un meccanismo dietro il quale non ci sono grossi fondamentali e che vi invitiamo a tradare con la massima attenzione, dato che di solito – o comunque nella maggioranza dei casi statisticamente parlando – si finisce per correggere.
Il che non vuol dire andare short, perché i coreani, da sempre il mercato più degen del mondo crypto, possono fare dei brutti scherzi. Massima attenzione dunque e qualche considerazione aggiuntiva sugli ormai celebri listing di Upbit.
È un meccanismo che si ripete quasi ogni volta che c’è… un listing su Upbit, un crypto exchange che ha praticamente il monopolio (o quasi) del mercato della Corea del Sud. Arriva la notizia di listing e tutti o quasi vanno long, cosa che può avere un potenziale esplosivo soprattutto quando sono coinvolte delle criptovalute che hanno una capitalizzazione di mercato ridotta, come nel caso di Livepeer $LPT e Pocket Network $POKT.
Niente fondamentali dunque, ma soltanto dei meccanismi che abbiamo visto all’opera decine, se non centinaia di volte ripetersi nel mondo crypto.
Quando i mercati si muovono, su un asset, con quelle frustate rialziste (o in altri casi ribassiste) è molto probabile in quella che i trader della vecchia scuola chiamano la terra di nessuno. È una terra dove ci si trova in assenza quasi totale di market maker e in presenza di book di ordini molto rarefatti. Il rischio è quello di finire stritolati da gente che apre long e short con leva molto elevata. Una sorta di gioco d’azzardo al quale invitiamo tutti a NON partecipare.
No. Li conosce soltanto l’exchange e pochi intimi, sui quali gravano ovviamente – non potrebbe essere altrimenti nel mondo crypto – delle accuse molto gravi.
Finché non ci saranno le prove però, non potremo che guardare alle magie di certi movimenti da lontano, intristiti dal fatto di non essere riusciti a partecipare. Tuttavia, ancora una volta, siamo costretti a ricordare a tutti che questi non sono investimenti, ma piuttosto delle pessime condizioni di mercati poco liquidi, come quelli delle crypto a bassa capitalizzazione.
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