Il protocollo Chainlink, il maggiore oracolo del mondo crypto, prosegue con la sua sfida di rendere trasparenti, economici ed accessibili i dati su blockchain. Nella giornata di ieri il progetto ha annunciato il lancio di un nuovo framework progettato per semplificare la conformità normativa sia su reti pubbliche che private.
Spesso molte società hanno costi molto elevati per i servizi di compliance ai reati finanziari, che si scontrano con la necessità di rispettare normative sempre più stringenti, come quelle legate all’antiriciclaggio (AML) e alla verifica del cliente (KYC).
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Chainlink introduce un nuovo strumento che risolve questi problemi, sbloccando casi d’uso inesplorati, ed aprendo la porta a un mercato potenziale dal valore di $100 trilioni, finora bloccati da barriere normative e operative. Vediamo di seguito tutti i dettagli di questa novità!
Si chiama Automated Compliance Engine (ACE), il nuovo sistema ideato da Chainlink con cui standardizzare il processo di conformità normativa, valido sia per i sistemi finanziari tradizionali che per quelli del settore DeFi.
È stato costruito utilizzando l’ambiente modulare di verifica off-chain “Chainlink Runtime Environment” ( lo stesso su cui si basano i servizi CCIP, VRF, data feed ecc), con la partecipazione di alcuni partner istituzionali come Apex Group, Global Legal Entity Identifier Foundation e l’ERC-3643 Association.
Come funziona l’ACE? In pratica questo framework consente a chi emette o gestisce asset su blockchain di automatizzare i controlli di conformità normativa su network pubblici e privati.
Piuttosto che costruire da zero ogni volta i vari servizi di KYC/AML, blacklist ed altri controlli di tipo legale/finanziario, i provider potranno ora adottare uno standard aperto, costruito da Chainlink, che semplifica l’interoperabilità tra diversi attori e riduce drasticamente i costi di gestione.
Può sembrare una banale ottimizzazione, ma in realtà rappresenta una vera e propria chicca capace di ridurre tutte le complessità normative tipiche del settore della tokenizzazione e di portare un valore immenso nel mondo on-chain. Pensate che d’ora in poi l’emissione di token rappresentati azioni, fondi, bond, commodities, immobili ed altri asset sarà del tutto conforme ed integrabile facilmente nei sistemi esistenti. Il tutto include identità digitali riutilizzabili, applicazioni automatizzata delle poly e nuovi regolamenti digitali per l’uso di asset in DeFi.
I costi che le società sostengono per rispettare le normative contro la criminalità finanziaria sono enormi. Secondo quanto emerso da uno studio di LexisNexis e Forrester Consulting, solo tra Canada e Stati Uniti queste spese superano i $60 miliardi all’anno ( dati 2023). Tutto il processo di creazione delle infrastrutture, richiede il lavoro di ingegneri ed avvocati, tecnologie proprietarie e continui aggiornamenti normativi, con prospettive sempre più onerose per i prossimi anni, se non fosse per Chainlink.
In particolare, sono emerse 3 conclusioni negli ultimi 12 mesi di studio, che sintetizziamo come segue:
L’oracolo Chainlink risolve esattamente quanto riportato da Matt Michaud, responsabile globale della conformità alla normativa sui reati finanziari presso LexisNexis:
“Le organizzazioni devono adottare un approccio strategico alla conformità alla normativa sui reati finanziari […] I team interni competenti per la conformità svolgono un ruolo cruciale, ma le aziende dovrebbero cercare attivamente soluzioni per ridurre i costi del lavoro e migliorare al contempo l’efficienza della conformità.”
Tutto bello nella teoria, ma ora passiamo alla pratica. Come accennato nell’introduzione, e come ribadito da Sergey Nazarov, co-fondatore di Chainlink, il nuovo framework ACE ha delle potenzialità assurde. Si parla di sbloccare capitali dal mondo istituzionale per un valore di $100 trilioni nei prossimi anni, che saranno sempre più incentivati ad entrare negli ecosistemi blockchain. Tutta la fase di compliance normativa sarà più veloce ed economica, rompendo di fatto quella barriera che ci frena oggi dall’adozione di massa.
Qualsiasi soluzione adottata fino ad oggi si è basata su processi manuali per il monitoraggio dei rischi e la verifica dell’identità dei clienti. Questo ha portato molteplici sforzi onerosi, una mancanza di trasparenza ed una maggiore diffidenza da parte delle istituzioni ad assumersi rischi in un contesto così selvaggio come quello legato alle criptovalute. Con Chainlink la logica cambia completamente: la conformità diventa come un asset, riutilizzabile, trasferibile ed interoperabile con l’intero panorama blockchain.
Ricordiamo che già ad oggi il settore della tokenizzazione vale oltre $24,4 miliardi, secondo i dati di RWA.xyz. Proprio ieri Chainlink ha integrato i suoi servizi CCIP e Proof of Reserves all’interno del protocollo xStocks per la tokenizzazione di azioni ed ETF per il network Solana. Questo dimostra che c’è interesse da parte di Chainlink a trasformare questo nuovo trend in un’economia reale e portare l’adozione a nuovi livelli mainstream.
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