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NEW AMERICAN CENTURY CRYPTO

Crypto e Bitcoin: Donald Trump e il Nuovo Secolo Americano. Per noi anche RISCHI e PROBLEMI

Un nuovo secolo americano, a base di crypto. I programmi sono chiari, ma saranno convenienti per tutti?

Il tema forte da novembre 2024 è il futuro del mondo crypto nell’America che gli avrebbe, finalmente, aperto le porte. I prezzi hanno seguito questa convinzione, fino poi alla correzione in parallelo con il mondo azionario – cosa che ha messo in dubbio le reali intenzioni degli USA in questo comparto.

Di confusione ce n’è stata certamente tanta. Da un lato abbiamo avuto dei passi in avanti significativi in termini di libertà per le imprese, per gli exchange e anche per i progetti crypto come Ripple di fare ciò per cui erano nati. Dall’altro qualche storica debacle della famiglia presidenziale – da $TRUMP al progetto WLFI – ha coperto di nubi un cielo che in tanti sognavano come più che sereno.

Ci sono diverse implicazioni possibili di quello che sarà il futuro del mondo crypto e Bitcoin negli USA. Abbiamo raccolto le quattro più significative, anche per avere una base per ragionare sul futuro che ci aspetta ad un incrocio che doveva essere (e in parte è stato) di buono auspicio per il prezzo, ma non solo.

La guerra energetica

È una delle questioni delle quali si è parlato meno. È comprensibile: in molti sono interessati ai prezzi delle criptovalute che hanno in portafoglio e in pochi invece al funzionamento dell’industria. C’è stato un messaggio – ripetuto più volte – da parte dell’attuale Presidente degli Stati Uniti durante la campagna elettorale: più energia, per alimentare mining Bitcoin e intelligenza artificiale. Il piano, per quanto potrebbe apparire sgangherato a una prima analisi, è in realtà piuttosto chiaro.

Energia prodotta più a buon mercato, energia che è fondamentale (a basso costo) per chi è attivo in certi settori e rendere il mining per quanto possibile una storia americana. Potrà succedere? Gl incentivi potrebbero esserci, il grosso dei miner industriali opera già negli USA e qualcuno forse si farà attirare da energia a basso costo, a patto che questa arrivi.

Per Bitcoin le conseguenze sono da valutarsi. Un riassetto geopolitico del mining espone almeno in parte e in un futuro remoto a certe questioni legali che affronteremo in uno speciale a parte. A chi vi scrive non piacerebbe granché un’ulteriore concentrazione del mining sul suolo USA.

La guerra dei capitali

Gli USA sono il mercato finanziario più rilevante del pianeta. Nessuno si sognerebbe mai di operare nel mondo della finanza senza avere accesso all’efficiente, ricco e liquido mercato dei capitali USA. Per molti anni questo accesso è stato intermittente – complici anche atteggiamenti ambigui da parte delle autorità.

Se certi paletti dovessero saltare – e questa sembrerebbe essere l’intenzione dell’attuale amministrazione – ad avviso di chi vi scrive ci sarà maggiore convenienza per gli operatori che hanno sede negli USA o che comunque hanno accesso a quel mercato. L’Europa, che già soffre sotto questo specifico aspetto, potrebbe rimanere ancora più indietro – in parte anche per proprie responsabilità.

La guerra del denaro digitale

Non sappiamo ancora cosa ci sarà nella legge che regolamenterà gli stablecoin negli USA. Tuttavia sappiamo che il regime sarà molto più permissivo di quello messo in piedi in Europa. Gli Stati Uniti hanno deciso di sfruttare a loro vantaggio l’enorme dominance degli stablecoin basati sul dollaro – e ne spingeranno l’utilizzo anche sui mercati finanziari.

L’Europa, anche qui, ha scelto una strada molto diversa. Euro Digitale – qui qualche dettaglio – e avversione aperta contro le valute digitali “private”. Il rischio, paventato dallo stesso Cipollone (BCE) è vedere una grande diffusione di suddetti stablecoin legati al dollaro, anche in Europa. Che è poi una parte della proposta che certi gestori hanno fatto al governo USA.

Prodotti finanziari crypto: hanno già vinto gli USA

Lo stesso vale per i prodotti finanziari sulle crypto, come gli ETF. Già da soli gli ETF su Bitcoin e Ethereum valgono di più di tutti gli altri al di fuori dei confini americani.

Arriveranno anche quelli su altre crypto – e avranno anche in quel caso una capitalizzazione molto probabilmente più elevata di quella che troviamo ora in Europa o in Canada.

Sarà una vittoria su tutti i fronti? I presupposti ci sono. Che le conseguenze siano positive per tutto il settore però sarà… da dimostrare.

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