Strategy ha acquistato 15.355 Bitcoin per un controvalore complessivo di 1,42 miliardi di dollari e un prezzo medio di carico di 92.737 e dunque sensibilmente meno dei 95.000$ ai quali viene scambiato BTC contro dollaro nel momento in cui scriviamo.
Nel complesso le dotazioni di Michael Saylor e della sua Strategy / ex MicroStrategy, arrivano ora a 535.555 Bitcoin, per un controvalore di oltre 50 miliardi di dollari. Prezzo di acquisto medio: 68.459$, che per ovvi motivi continua a aumentare, trovandosi il prezzo di BTC a livelli molto più elevati di tale media.
Il piano di acquisto di MSTR non dovrebbe fermarsi qui. Obiettivo dichiarato lo scorso anno era quello infatti di aggiungere, a qualunque prezzo, 21+21 miliardi di dollari alle dotazioni. Siamo ancora lontani dal raggiungimento di questo traguardo, che potrebbe farsi più complicato ora che sono nate altre società in via di quotazione – come Twenty One Capital – che hanno come obiettivo quello di accumulare, allo stesso modo, Bitcoin.
Bitcoin intanto si gode…
Un buon momento, come è stato segnalato in anticipo in questa analisi di Alex Lavarello. Continuano gli acquisti, importanti, da parte degli ETF e continuano anche quelli di società quotate come Strategy.
Acquisto corposo anche rispetto alla media comunque importante tenuta da questa azienda. Quasi 1,5 miliardi di dollari spesi dall’azienda di Saylor, che continua a emettere titoli per raccogliere capitali sui mercati da destinare appunto all’acquisto di BTC.
Va inoltre segnalato che non abbiamo avuto alcun tipo di calo – sconfiggendo così quel trito meme della maledizione di Saylor, che vorrebbe Bitcoin in correzione ogniqualvolta arrivino notizie di acquisti da parte di Strategy.
Ora la competizione
Ci sarà presto competizione per Strategy, con Twenty One Capital, alla quale partecipano Bitfinex, Tether e il colosso finanziario giapponese SoftBank che implementeranno una strategia simile, partendo già con dotazioni molto importanti.
Staremo a vedere cosa ne verrà fuori da una competizione che, in aggiunta a quella degli ETF, potrebbe contribuire a rendere Bitcoin sempre più scarso sulle piazze. Un Bitcoin che ormai continua a fare gola più ai grandi player che ai piccoli investitori retail, che ancora mancano in questa fase di mercato.
È la fine di Bitcoin per come lo conosciamo? Probabilmente no, ma è chiaro in questa fase di mercato che ad avere più fiducia siano coloro i quali muovono smart money. I retail arriveranno, anche questa volta, in ritardo?