A differenza di altre blockchain, Bitcoin utilizza un linguaggio di script molto semplice, ( non Turing-completo) che non permette la creazione nativa di smart contract, elementi centrali delle applicazioni DeFi. Nonostante ciò esistono ad oggi diverse soluzioni pensate per integrare BTC all’interno del mondo della finanza decentralizzate, attraverso soluzioni con diversi gradi di custodia o fiducia esterna.
Non parliamo di risorse native, ma di versione wrappate appoggiate a layer secondari che sfruttano protocolli appositi per rappresentare Bitcoin su reti più flessibili e programmabili. Questi asset consentono di utilizzare il valore di BTC all’interno della DeFi, senza rinunciare del tutto al fattore sicurezza.
In questo articolo facciamo una panoramica generale delle reti che sostengono Bitcoin esternamente al L1 primario.
Tutti i layers di Bitcoin: quanti BTC sono custoditi al di fuori del network principale?
Secondo la dashboard “BitcoinLayers”, ad oggi esistono diverse infrastrutture che portano la solidità della moneta Bitcoin all’interno del settore DeFi. In totale troviamo ben 372.636 BTC, pari ad un controvalore di $35.13 miliardi di dollari, immagazzinati su piattaforme che offrono versioni wrappate o tokenizzate della risorsa. Parliamo di una somma pari a circa l’1,88% della supply circolante di Bitcoin.
Questa cifra tiene conto della ricchezza bloccata su una vastità di network come alternative rollup, hybrid chain, sidechain, Ethereum ( e L2) ed altre catene di primo livello. Rientrano anche nel conto 4.232 BTC, pari a $400 milioni, custoditi sul Lightning Network, che tecnicamente non supporta smart contract ma abilita pagamenti veloci con monete native. Il Lighting Network andrebbe tolto dal conteggio perchè non presenta casi d’uso in DeFi, seppur risultando una catena fondamentale per le operazioni P2P.
Da inizio anno il numero di BTC portati su queste chain alternative è aumentato di circa il 10%, evidenziando una tendenza sempre maggiore nel ricercare yield in DeFi sfruttando pool denominate in Bitcoin. Da sottolineare però come rispetto da maggio dello scorso anno ci sia stato un calo della metrica, sospinto dall’uscita di molte moneta dal network di Tron, che ha visto perdere quasi 100.000 BTC.
L’integrazione di Bitcoin nel mondo DeFi: ecco le soluzioni più diffuse
Al momento la blockchain più ricca in termini di unità di Bitcoin integrate in DeFi è l’infrastruttura di Ethereum. La rete di Vitalik Buterin vanta un market share del 45% circa di tutti i BTC esterni al network principale, rappresentando l’alternativa più storica, nonché quella più utilizzata dagli investitori. Già da diversi anni esistono versioni wrappate ( come la celebre WBTC) che funzionano su Ethereum come token ERC-20, aggiungendo casi d’uso molto interessanti.
A seguire troviamo BNB chain, con 74.845 BTC portati in DeFi grazie ad una miriade di protocolli differente. Altri layer-1 ( e layer-2 di Ethereum) che ospitano cifre rilevanti in Bitcoin sono Tron, Berachain, Base, Arbitrum, Solana ed Avalanche. Da sottolineare però come i BTC quotati su queste infrastrutture, pur abilitando ponti importanti per la DeFi, dipendono da bridge o smart contract con diversi gradi di custodia e fiducia esterna.
Molto importanti anche i cosiddetti “sidesytems”, che fungono da sistemi paralleli per il collegamento con Bitcoin. Non ereditano completamente la sua sicurezza ma offrono interazioni più scalabili ed interoperabili in DeFi, con le commissioni di rete tendenzialmente pagate in BTC wrapped o equivalenti. Anche qui c’è una forte dipendenza da bridge o sistemi alternativi che richiedono una fiducia esterna, che si discosta da Bitcoin L1.
La maggiore sidechain è Merlin, con un valore di 19.603 BTC bloccati, seguita da Babylon con 19.370 BTC. Numeri significativi anche per Core, Bsquared Network, Liquid, Bitlayer, Stacks e Rootstock.
BTC wrapped: le varie tipologie di token compatibili con la DeFi
Come accennato, Bitcoin non è presente come token nativo nelle varie infrastrutture che si aprono alla DeFi, ma sotto forma di risorsa wrapped. In questo processo, i BTC reali vengono vincolati o custoditi, mentre sulla blockchain ospitante viene creato un asset equivalente da utilizzare nei protocolli decentralizzati. C’è sempre un custode o uno smart contract che si prende cura delle risorse native, assicurando che per ogni unità di wrapped Bitcoin esista un corrispondente BTC reale bloccato in riserva.
Attualmente la versione wrapped più conosciuta è quella di BitGo wBTC, con una presenza di 128.917 BTC depositati, pari al 34% circa del valore totale. Segue l’alternativa offerta da Binance BTCB con una diffusione di 65.300 BTC. Anche Coinbase ha un proprio prodotto che riflette il valore di Bitcoin, ossia cbBTC, che si posiziona al terzo posto con 43.084 BTC.
A seguire troviamo soluzioni molto interessanti come quella di Lombard LBTC, che sta attirando molti investitori negli ultimi mesi grazie a delle opportunità di yield significative in DeFi. Anche Merlin e Solv Protocol guadagnano trazione come chain alternative di Bitcoin, offrendo nuovi modelli di utilizzo e ampliando l’ecosistema wrapped BTC.
Queste soluzioni continuano a crescere e ad espandersi, aprendo gradualmente nuove strade per l’utilizzo di Bitcoin nella DeFi. Tuttavia, ricordiamo che nessun wrapped token e nessuna chain alternativa può davvero eguagliare la fiducia intrinseca che il layer-1 di Bitcoin offre al mondo crittografico.