Il settore DeFi è stato a lungo sottomesso da altre narrative più “catchy” capaci di attirare in modo più entusiasmante l’attenzione dei crypto investitori. Dal termine della famosa “DeFi Summer” del 2020, con cui il fenomeno delle DApp decentralizzate ha visto una cruciale espansione, l’industria ha attraversato una lunga fase di marginalizzazione, per lo più dal punto di vista speculativo.
Le innovazioni negli ultimi 5 anni non sono di certo mancate, ma molti holders sono rimasti amareggiati dalle performance deludenti e dai grossi drawdown che ancora oggi si registrano dai massimi storici.
Tuttavia, alla luce degli ultimi movimenti sul mercato, sembra che qualcosa stia finalmente per cambiare. La nicchia DeFi è tornata a stampare numeri positivi sulle borse di scambio, facendo pensare ad un possibile ritorno di fuoco durante il periodo estivo. Ma è davvero così? O si tratta semplicemente di una risposta fisiologica degli asset dopo il rialzo generalizzato del mercato? Lo scopriamo insieme in questo articolo.
Performance incoraggianti dei token DeFi negli ultimi giorni
Dopo lunghi mesi di emarginazione, finalmente anche i token della nicchia DeFi hanno iniziato a posizionarsi come i top gainer dell’industria crypto. Era già da inizio anno che la categoria iniziava a muoversi in modo più convincenti, ma comunque sotto performando ampiamente altri settori come le memecoin, i CEX e le monete delle infrastrutture L1. Invece da giugno, sembra che qualcosa abbia iniziato a muoversi in modo più convincente.
Da inizio mese la DeFi è la #4 categoria più performante della classifica di Dexu.ai, con una crescita complessiva che arriva al 18% In cima alla classifica troviamo le monete degli ecosistemi social-fi ed internet capital market, i quali stanno dominando l’hype nel breve periodo con narrative tanto allettanti quanto fugaci. Curioso notare come al terzo posto ci siano i token dei protocolli di lending come AAVE, SYRUP e COMP, che in realtà potrebbero essere classificati come asset DeFi vista la loro natura decentralizzata.
Dunque al di là delle mode temporanee, che purtroppo ancora dominano l’interesse speculativo, è evidente come la DeFi abbia trovato un nuovo slancio. Anche allargando l’orizzonte temporale agli ultimi 30 giorni vediamo una condizione di superiorità rispetto alle altre asset class, escludendo solo Bitcoin, Ethereum e qualche altra eccezione. Segno di un ritrovamento della fiducia degli investitori, che per questo bull market stanno scegliendo di tornare a puntare sulle vecchie glorie e sui progetti emergenti della finanza decentralizzata.
I token DeFi protagonisti di questa rinascita
Vediamo ora quali tra i singoli token hanno accompagnato questo ritorno di fiamma del comparto DeFi. Al primo posto c’è LQTY, moneta a medio–bassa capitalizzazione di un protocollo di borrowing decentralizzato costruito su Ethereum, che da inizio giugno è salito del 52,5%. A seguire troviamo COMP, token nativo del protocollo Compound, che nello stesso periodo ha messo a segno un pump del 50% circa. Chiude il podio UNI, asset del principali exchange decentralizzato DeFi, con una crescita del 42,2%.
Oltre a questi, anche altri nomi noti dell’ecosistema come MKR, EIGEN, AAVE, SUSHI, ETHFI, ENA e MORPHO hanno mostrato segnali di forza, con rialzi superiori al 20% nell’arco di pochi giorni di trading. Poche altre risorse del mercato crypto hanno eguagliato questi risultati, a conferma del fatto che la narrativa DeFi sta recuperando punti percentuali sul mercato. Da segnalare anche movimenti positivi da parte di LDO, ENS, PENDLE, LINK, CRV, FRAX, FLUI e SOLV, che pur con performance meno esaltanti, sono comunque riuscite a farsi notare.
Tutti i token DeFi tra quelli citati devono ancora recuperare il proprio massimo storico, così come d’altronde quasi tutto il panorama altcoin. La dominance di Bitcoin è ancora estremamente alta al 64%, sinonimo di capitali che si concentrano sulla prima in classifica e su poche rotazioni. Se nelle prossime settimane dovesse arrivare un calo della metrica, parte della ricchezza del mercato potrebbe confluire proprio su questi asset.
Sta per tornare la DeFi Summer?
Difficile poter eguagliare lo stesso successo della DeFi Summer del 2020, anche con un mercato più maturo e consapevole di cosa significa finanza decentralizzata. A quell’epoca era tutto ancora un esperimento: gli asset poco capitalizzati e bastava poco per innescare hype e rialzi da paura. Oggi invece la DeFi si muove su borse più stabili e soprattutto più liquide, che rende più difficile replicare quegli eccessi speculativi e quelle percentuali folli di rialzo. Ci aspettiamo comunque una fase bullish di questa nicchia ma senza replicare lo stesso livello di euforia, anche in presenza di un’ alt- season.
Ad ogni modo, dobbiamo comunque essere felici che stia cambiando qualcosa di più profondo e significativo rispetto alla mera speculativo. Il settore Defi sta guadagnando legittimità, anche da parte di attori istituzionali che fino a poco fa combatteva l’industria con le unghie e con i denti. La stessa SEC, guidata da Paul Atkins, ha mostrato di recente una forma di apertura verso le tecnologie di questo settore, facendo ben sperare per un futuro sempre più florido.
Quel che conta è che la DeFi sta continuando ad innovare e migliorare, costringendo anche i regolatori della finanza reale a doversi adeguare a questa rivoluzione per non perdere un’importante occasione di crescita. Se non ci sarà più una DeFi Summer, poco importa: ciò che davvero è importante è che la DeFi sta finalmente trovando il suo spazio, come componente riconosciuta e legittimata del panorama finanziario globale.