L’incontro di ieri tra BlackRock e SEC a tema crypto ha già prodotto i primi effetti. Poche ore dopo l’incontro infatti il gestore di fondi guidato da Larry Fink ha infatti inviato un aggiornamento sul suo ETF Ethereum. Non è ancora incluso lo staking, ma c’è comunque una grossa novità tecnica, ovvero il potenziale passaggio alla creazione in kind.
Non è un tecnicismo da poco: la creazione delle quote in kind contro quelle cash di oggi è stato uno dei temi di più acceso dibattito mentre si discuteva di questi prodotti con la vecchia SEC guidata da Gary Gensler.
iShares / BlackRock – così come il grosso degli altri gestori – ha interesse affinché la creazione di quote con versamento direttamente tramite $ETH venga permessa. Cosa che permetterebbe un mercato meno costoso e più efficiente. Per gli utenti finali cambia – almeno sulla carta – poco, ma è comunque una questione di fondamentale importanza che andremo ad analizzare in questo approfondimento.
BlackRock passa all’attacco anche per quanto riguarda gli ETF Ethereum
In una fase di mercato molto felice per Ethereum, con il prezzo che è tornato sopra i 2.300$, con una crescita di enorme importanza anche rispetto al resto del mercato (comunque molto bullish), arriva la nuova richiesta di BlackRock per quanto riguarda il suo ETF su questo asset.
È stato cambiato il linguaggio che riguarda – qui il proposal – la creazione delle quote. Ad oggi è in vigore il sistema cash creates: in breve i market maker devono inviare dollari a iShares / BlackRock che poi acquista $ETH per l’ETF, aggiungendo un passaggio ulteriore e ulteriori complicazioni in termini di costi e gestione delle esposizioni.
iShares ora vorrebbe passare alla modalità di creazione delle quote in kind – ovvero con il versamento diretto di $ETH da parte degli AP/Market maker. Qui trovi una spiegazione più dettagliata del funzionamento degli ETF Ethereum negli USA.
Perché sarebbe più vantaggioso?
Per l’ETF ci sono diversi vantaggi, a partire dai costi di transazione ridotti, così come diventerà più facile seguire 1:1 il prezzo di Ethereum. E c’è poi il vantaggio dei vantaggi: il capitale non rimane bloccato nel limbo per un tempo piuttosto lungo, rendendo l’intera operazione più liquida.
Ed è per questo che diversi dei gestori preferiscono muoversi in questo senso, per quanto le loro ambizioni siano state frustrate in passato da Gary Gensler, ex capo di SEC, che aveva imposto la creazione in cash come condizione necessaria per l’approvazione di questi prodotti.
E lo staking?
Non è chiaro perché non si siano ancora fatti dei passi avanti. Con ogni probabilità SEC sta cercando di sentire più campane per quanto riguarda la gestione tecnica di un’operazione che sarebbe comunque piuttosto particolare e che potrebbe causare non pochi sconquassi alla gestione dell’ETF.
Anche per questa novità ci si aspetta che entro fine 2025 si facciano dei passi in avanti decisivi e che si possa dunque arrivare all’approvazione definitiva anche di questa funzionalità, che finirebbe per attirare capitali importanti in questo ecosistema.