L’ultima delle grosse preoccupazioni dei mercati è quella delle aste bond andate deserte (per utilizzare un’esagerazione che stiamo leggendo in queste ore sui social). Esagerazioni che però hanno almeno in sedicesimo della ragion d’essere. Il mercato del debito sovrano sta lanciando segnali, per quanto siano ancora lontani da quelli di una crisi. O anche soltanto di quanto servirebbe per iniziare a preoccuparsi sul serio.
La cosa si è riflessa nel pomeriggio di ieri anche in una correzione poi ampiamente superata dai mercati , che ha colpito sia Bitcoin – qui puoi acquistarlo in PAC! – sia invece sul resto del mondo crypto.
Cerchiamo di fissare qualche punto importante sulla vicenda bond, che questa sera affronteremo anche all’interno della nostra live su YouTube. Una live dove dovremo passare anche necessariamente da quanto serve per capire cosa sta succedendo sui mercati tradizionali. Dei bond ci siamo occupati in lungo e largo – invitando tutti a osservarli prima che tutti iniziassero a farlo – sul nostro Canale Telegram VIP, canale dove riceverai tante informazioni aggiuntive che non diffondiamo qui sul sito.
Cosa sta succedendo sul mercato dei bond?
I mercati ai quali tutti stanno guardando sono in realtà due. Il primo è quello giapponese, con un’asta dei bond quarantennali che è andata quasi deserta – o che comunque ha avuto una partecipazione ridotta sia rispetto all’offerta, sia rispetto ai dati storici. È un segnale di allarme? A rigor di logica dovrebbe esserlo: il Giappone posa su una quantità di debito enorme – e il non riuscire a rifinanziarlo a tassi accettabili potrebbe essere un problema.
La notizia ha rapidamente fatto sia il giro del web, sia quello delle più importanti testate al mondo come Bloomberg. C’è allarme, però contenuto. Siamo lontani dall’apocalisse per quanto questo segnale debba essere interpretato anche come stress su un mercato che è il più rilevante al mondo, ovvero quello del debito sovrano.
- Anche negli USA…
Anche negli USA l’asta dei ventennali non è andata un granché in termini di partecipazione, nonostante i rendimenti siano piuttosto elevati, soprattutto se confrontati con il più recente quadro storico. Lettura più semplice: i bond fanno poca gola – e questo è un segnale difficile da interpretare perché in situazioni relativamente turbolente sui mercati dovrebbero essere il più normale dei rifugi.
- Per Bitcoin e crypto
Alla diffusione della notizia di ieri c’è stato uno scarico che ha colpito anche Bitcoin e crypto, con il primo che, tra le altre cose, era fresco di ATH, di massimo storico poi di nuovo frantumato nel cuore della notte durante la sessione asiatica.
Per quanto Bitcoin sia prodotto sia dagli appassionati storici sia da qualche fondo ETF (vedi Larry Fink con BlackRock) come porto sicuro proprio nei momenti di massima crisi del sistema monetario tradizionale, in realtà sul breve tende a non comportarsi così. Rimarrà agli annali la sua resilienza durante il caos dazi, ma al netto di questo, ci serviranno prove più solide del fatto che possa fare da rifugio in un momento eventuale di crisi del debito sovrano.
Perché parliamo di eventuale
Perché tanto negli USA quanto in Giappone siamo ancora lontani da livelli che potremmo definire come di soglia. Inoltre c’è la possibilità, più negli USA che in Giappone ma comunque in entrambi gli stati, che un intervento pubblico possa disinnescare certe situazioni di crisi.
Quanto affermiamo qui non vuol dire in alcun modo che non si possa arrivare in futuro a delle crisi importanti, ma è soltanto una lettura del particolare momento amplificato sui social.
La situazione va certamente monitorata, e siamo stati tra i primi al mondo a dirvelo. Da qui però ad andare in iperventilazione dovrebbe passarne.