A distanza di appena 2 mesi dal triste epilogo del token Mantra (OM), in down del 90% in appena un giorno, ecco che arriva un’altra vittima mietitrice del mercato crypto. Parliamo di Polyhedra Network (ZKJ), progetto di interoperabilità basati su prove a conoscenza zero che alimenta il suo ecosistema blockchain “EXPchain“.
La moneta della piattaforma ZKJ, che fino a poco fa veniva scambiata a $1,95, ieri ha perso l’83% in appena due ore di price action arrivando fino all’attuale quotazione di $0,33.
Il team invita alla calma, affermando che i fondamentali sono rimasti intatti e che si è trattato di un episodio isolato, legato ad una manipolazione speculativa. Ma a ben guardare, anche questa volta sembra esserci qualcosa che non torna.
Ci sono dei segnali che fanno pensare ad un coinvolgimento del team stesso dietro questo crollo improvviso. Cerchiamo di fare chiarezza in questo articolo.
Andiamo per gradi: tutto è iniziato ieri intorno alle ore 15 italiane quando una serie di wallet hanno iniziato a rimuovere liquidità in massa dalla pool KOGE/USDT sul DEX Pancake Swap su rete BNB chain. In breve tempo sono stati prelevati asset $7 milioni, innescando un principio di dump sul token di governance dei 48 club DAO, Questo ha scatenato indirettamente una vendita di massa sulla moneta di Polyhedra Network, poiché molti utenti, essendo impossibilitati di scambiare KOGE con USDT, sono stati costretti a scambiarlo con ZKJ, che era l’unica opzione disponibile on-chain
A sua volta gli utenti in preda al panico, hanno sovraccaricato la pool ZKJ/USDT con una serie di vendite che hanno fatto precipitare la criptovaluta. In un istante sono stati persi supporti importanti, aggravati anche da una pressione di vendita parallela che arrivava dagli shorts dei mercati futures. Di colpo ZKJ veniva scambiato ad un valutazione inferiore di oltre l’80% rispetto a solo poche ore prima. La sua capitalizzazione è passata da $570 milioni fino agli attuali $98 milioni.
il mega dump è arrivato in concomitanza con altri eventi che hanno complicato ulteriormente il quadro speculativo. Infatti, il 19 giugno è previsto un unlock di 15,5 milioni di ZKJ , pari al 5% del circolante del token di polyhedra Network. Questo ha influenzato negativamente il mercato in un momento particolarmente delicato, inducendo un spinta ribassista aggiuntiva alla chart.
Come accennato prima, le svendite di ZKJ sui DEX on-chain sono state accompagnate da una frizzante attività di trading sui mercati derivati centralizzati. Molti utenti hanno forzato la price action di Polyhedra al ribasso con delle posizioni allo scoperto ad alta leva finanziaria, causando un drop improvviso dovuto dall’assenza di supporti liquidi sull’order book. In un attimo c’è stato uno shock ribassista che ha portato alla liquidazione dei traders posizionati al rialzo
In particolare il grosso della speculazione è avvenuto su Bybit dove si osservano liquidazioni long per $95 milioni nelle ultime 24 ore, a discapito di appena $2,8 milioni di liquidazioni short. Su Bybit c’è stato anche un calo del 95% dell’open interest, che testimonia come gli short siano usciti dal mercato dopo aver incassato dal crollo di ZKJ. Su altre borse CEX, come Binance, Gate e Bitget non notiamo anomalie simili, con un rapporto “sano” tra liquidazioni long e short ed un open interest in aumento con la crescita della volatiltià.
Proprio come accaduto con Mantra, anche in questo caso dopo il crollo di ZKJ il team del progetto è sceso in campo per tranquillizzare il proprio pubblico. Con un tweet su X, Polyhedra Network ha incolpato “una serie di transazioni on-chain anomale” per il dump, affermando che ulteriori indagini sono in corso per scoprire cosa sia successo nello specifico. Ad ogni modo, a detta loro, anche dopo un -83% ed una mazzata morale sui denti, “i fondamentali di Polyhedra rimangono forti”.
Peccato però che il loro prodotto è scarsamente utilizzato e non genera revenue tali da giustificare una valutazione di ZKJ da mezzo miliardo di $. Come si dice in gergo: “ c’è qualquadra che non cosa”, sembra proprio strano che una moneta possa crollare così di colpo a causa di qualche trader posizionato a ribasso. Pare piuttosto un exit liquidity coordinata, volta ad estrapolare il massimo del valore dal mercato prima di uscire definitivamente.
Secondo quanto riportato da diversi utenti su X, e verificato in prima persona dall’autore di questo articoli, molti indirizzi collegati al team hanno partecipato alla vendita aggressiva di ZKJ. Dalle transazioni on-chain si vede chiaramente che Polyhedra ha venduto oltre $40 milioni del proprio token, prelevando circa $15 milioni di liquidità dalle pool on-chain. Non possiamo sapere poi, non avendo dati pubblici a disposizione, di quanto eventualmente sia stata capitalizzato grazie ai futures di Bybit.
La storia di Polyhedra Network, così come quella recente di Mantra, ci ricorda un dettaglio importantissimo dei mercati crypto: purtroppo, molti asset sono vulnerabili e facilmente manipolabili a causa della mancanza di liquidità sulle borse. Soprattutto quando si parla di moneta a bassa capitalizzazione, dovremmo ricordare che esporsi eccessivamente sulle altcoin può rivelarsi una pratica estremamente pericolosa.
Nel mondo crypto è bene diversificare con più asset e più broker per riuscire a vivere serenamente senza il rischio di finire con il cerino in mano, fermando restando che di base vi sia un esposizione al rischio tale da motivare il possesso di token ad alta volatilità come le altcoin. Se non siete disposti a rischiare di perdere tutto ciò che avete “investito”, forse meglio fermarsi a Bitcoin, o quantomeno destinare una piccola quota del proprio portafoglio alla roulette del mercato crypto.
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