A integrazione dell’ultima ottima analisi di Alex Lavarello qui – sarà il caso di fare qualche considerazione di respiro, anche temporale, più ampio sul mercato crypto e su quello di Bitcoin di fronte a certi movimenti. Movimenti innescati, almeno in parte, dai venti di guerra che ormai sono tempesta e che portano sul mercato il solito, caro, vecchio, ingestibile panico.
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La prima considerazione che si può fare è la seguente: aveva ragione Larry Fink di BlackRock. Bitcoin è diverso, Bitcoin è almeno parzialmente rifugio, anche se ha perso (e poi recuperato) un po’ di terreno in parallelo con questi eventi. I più cinici tra i nostri lettori ci chiederanno se ci siamo o meno bevuti il cervello, ma il nostro consiglio è quello di continuare a leggere questa analisi e soltanto dopo condividere con noi, magari sul nostro Canale Telegram, le vostre considerazioni.
Non parliamo di XAUT o di PAXG, ma proprio di Bitcoin. Quando Larry Fink di BlackRock ha iniziato a pubblicizzarlo in giro parlando di asset contro la crisi e asset che misura la sfiducia che si ha nei propri governi, qualcuno l’aveva preso per pazzo. Oppure per uno dei tanti imbonitori professionisti che devono vendere titoli (in questo caso l’ETF) e che per farlo sono disposti a fare la qualunque.
📊 DAL GRAFICO: l’oro continua a performare meglio nei momenti di crisi accentuata.
Le performance però di Bitcoin durante gli eventi più catastrofici per i mercati di questo 2025, ovvero le prime dichiarazioni sui dazi e poi l’allargamento del conflitto Israele-Iran anche agli Stati Uniti hanno confermato qualcosa che la dominance già raccontava. C’è ormai una separazione netta tra la percezione che il grande publico che investe ha di Bitcoin e che ha delle crypto.
Il primo ormai un asset più che maturo, che è nelle tasche di gente abituata a ragionare prima di cliccare buy o sell. E questa sua nuova configurazione, è fattuale, gli permette di avere delle performance molto diverse dal resto del mercato crypto.
Non è in positivo rispetto a 24 ore fa, prima che si sapesse dell’attacco degli USA ai siti nucleari iraniani? Vero. Ma in altre epoche una circostanza di questo tipo avrebbe affossato il prezzo probabilmente in doppia cifra, o comunque in linea con quanto è accaduto a diverse delle crypto anche al top per capitalizzazione di mercato.
No. E su questo crediamo che ci sia davvero poco di cui discutere. Bitcoin alterna performance in linea (e non più moltiplicate) del mercato azionario a performance simili a quelle dell’oro. Sempre a mio avviso – e chi vi scrive ha scelto questa collina per metaforicamente e eventualmente morire – prima di considerare Bitcoin un asset… considerato come l’oro dovrà passare ancora tanta acqua sotto ai ponti.
📊 DAL GRAFICO: anche con un orizzonte più ampio l’oro continua ad avere un comportamento diverso da quello di Bitcoin. Il che vuol dire che alla completa “assimilazione” tra i due manca ancora della strada.
Non è necessariamente un male per gli investitori. Questo vuol dire ad esempio che c’è ancora tempo per posizionarsi, anche per i ritardatari, per quanto sempre ad avviso di chi vi sta scrivendo in una domenica oziosa e con qualche preoccupazione, bisognerebbe iniziare a considerare Bitcoin come qualcosa che, per certe sue caratteristiche, è anche migliore dell’oro.
Se ne accorgeranno anche certi stati – che dall’impiego almeno in parallelo di una sorta di Bitcoin standard avrebbero tanto da guadagnarci.
C’è una teoria che ha del merito. E dice che in realtà le notizie muovono sul breve periodo – cosa che è puntualmente successa ieri tra sera e tarda notte – e che in realtà trend e mercati vanno poi, allargando un po’ lo zoom temporale, per i fatti loro.
📊 DAL GRAFICO: al netto di qualche movimento di breve, anche la Dominance di Bitcoin ha continuato un trend… piuttosto netto.
Non succede mai niente, il che oltre ad essere un meme della parte di X dedicata al mondo finanziario, ha anche del merito e dell’aderenza alla realtà. Data la solidità mostrata da Bitcoin nel corso delle ultime ore e ancora di più nelle ultime settimane e mesi, sarebbe il caso di prenderlo in considerazione.
In una situazione del genere – che nessuno aveva previsto – in pochi si sarebbero aspettati di vedere Bitcoin fare le barricate sopra i 100.000$. Può essere che questo sia il nuovo baluardo inespugnabile e che non vedremo mai più Bitcoin a 5 cifre? Può essere, per quanto varrebbe la pena già di festeggiare l’enorme resistenza messa in piedi in una fase così complessa per i mercati.
📊 DAL GRAFICO: Bitcoin non scende sotto i 100.000$ da inizio maggio
Qualcosa – sfidiamo tutti a dire il contrario – che nessuno o quasi si sarebbe aspettato. Tant’è che in molti – parlano i dati – hanno venduto tutto o quasi al piombare di Bitcoin in are 80.000$ dopo l’introduzione dei dazi.
Chi vi scrive non vuole assolutamente terrorizzarvi, ma ricordarvi che la nostra vita è una lunga concatenazione di eventi che, almeno sul breve, sono rilevanti.
E quindi certamente sentiremo scaramucce politiche e purtroppo anche fisiche e militari. Possiamo però da oggi – e in realtà da qualche tempo – avere un nuovo punto d’appoggio relativamente saldo e comunque più solido di quanto lo fosse in passato.
Quel punto di appoggio è Bitcoin – e ormai sembrerebbe essere una buona idea anche per portafogli che soltanto l’anno scorso lo avrebbero schernito, schifato e soprattutto evitato.
Vedremo se Bitcoin sarà in grado di mantenere questa promessa oppure se si tratta di un fuoco di paglia alimentato principalmente dalla grande capacità di vendita di titoli di BlackRock e di Larry Fink.
Senza voler scendere troppo nel filosofico, sarà il caso di ricordare a tutti che ciò che ci rende diversi dagli altri animali è la capacità di vivere di storie condivise. Allucinazioni collettive che sostengono sistemi politici, sforzi per difendere delle idee, associazioni, famiglie e impegni collettivi.
Ci vuole una gran fatica per imporre nuove storie, ma una volta che queste si sono appunto imposte urbi et orbi, sono quasi impossibili da cancellare.
A scrivere la meravigliosa storia di Bitcoin hanno contribuito oggi in tanti. Sono usciti dal perimetro di nerd e di sfiduciati verso il sistema e hanno raggiunto i più convincenti venditori con la cravatta. Ora tornare indietro – e invertire la storia – anche per i potenti che odiano Bitcoin è davvero difficile.
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ho sempre sostenuto che nei periodi di crisi come l'attuale (e il peggio deve ancora arrivare) sono più preoccupato per i titoli azionari che per Bitcoin. A no scusate io sono confuso.