Dopo un weekend letteralmente “di fuoco” sui mercati crypto, dettato dalle crescenti tensioni per i conflitti in Medio Oriente, Bitcoin(BTC) inizia la settimana nel migliore dei modi. La criptovaluta è riuscita a rimbalzare molto bene dal dip sotto alla soglia psicologica dei $100.000, offrendo un chiaro e distintivo segnale di resilienza da parte degli investitori, che continuano ad accumulare nonostante l’outlook incerto.
In questo momento BTC viene scambiato al di sopra dei $105.000 – lo potete acquistare su Bitget sfruttando questo incredibile bonus – mentre gli holders di breve non sembrano voler cedere terreno.
In particolare, c’è un livello di prezzo, che funge da costo medio di carico per una grande fetta di acquirenti, che pare resistere alle intemperie del mercato. In questo articolo sveliamo qual è questo livello cruciale, e perché proteggerlo sarà fondamentale per spingere Bitcoin verso un nuovo rally rialzista.
Nonostante il recente aumento della pressione di vendita, il mercato di Bitcoin continua a reggere con sorprendente solidità, secondo i dati on-chain analizzati da Glassnode. Anche nel mezzo di un’aspra escalation geopolitica tra Iran ed Israele, con rischi di contaminazione del clima di guerra su scala mondiale, la criptovaluta mostra tutti i suoi connotati.
Nel momento del bisogno stampa una grossa candela verde daily da +4,37%, recuperando una quotazione a dir poco vitale per la continuazione del trend macro.
Più da vicino, possiamo osservare come dal 10 giugno, come mostrato dalla metrica “BTC: Supply By Investor Behavior”, l’intensificarsi della pressione di vendita si sia conclusa con un nulla di fatto. La coorte dei cosiddetti “loss sellers”, ossia coloro che tendenzialmente vendono in panico accettando perdite, è cresciuta del 29% passando da 74.000 a 95.600 unità, senza però portare ad un crollo del sentiment. Parallelamente infatti sono aumentati anche i “conviction buyers”, che acquistano Bitcoin durante le fasi di debolezza del mercato, con l’obiettivo di abbassare il proprio costo medio di carico.
Il risultato è che semplicemente, come oggi momento destabilizzante, vi è un passaggio delle partecipazioni dalle mani deboli a quelle più forti. Anche nei precedenti cicli bull di Bitcoin abbiamo assistito allo stesso scenario: investitori di breve periodo che liquidano i propri in BTC in panic selling nelle fase più tesi, mentre le “diamdond hands” ne approfittano per fare scorta in vista di possibili nuovi massimi. Un vecchio saggio descriveva questa situazione con il detto: “Ognuno prende Bitcoin al prezzo che si merita.”
Come anticipato sopra, c’è una soglia di prezzo precisa che è stata oggetto di grande domanda da parte degli investitori di breve termine. Nelle ultime settimane infatti, la metrica “BTC: Cost Basis Distribution Heatmap” ha evidenziato una concentrazione notevole di BTC acquistati all’interno di una fascia ristretta, particolarmente attiva durante le ultime fasi dense di volatilità. Parliamo del range intorno ai $ 97.000-$ 98.000, appena sopra il quale Bitcoin è riuscito ad arrestare la discesa e ripartire al rialzo.
Si tratta di un’area molto importante per gli short term holders, ossia coloro che hanno mosso le proprie coins negli ultimi 155 giorni, proprio perché il loro costo medio di ingresso. In altre parole, è il prezzo in cui molti di loro si trovano in breakeven, e che se rotto, potrebbe spingere una parte di questi investitori a vendere per paura di accumulare perdite. Per questo motivo è importantissimo che Bitcoin si mantenga sopra i $98.000 durante le prossime sessioni, al fine di allontanare il rischio di capitolazione.
Ribadiamo che comunque, il forte rimbalzo di ieri è stato un segnale di forza per Bitcoin, che potrebbe da solo già bastare per delineare un quadro di continuazione bullish da qui in avanti. Non è escluso che ci siano nuove incursioni degli orsi, soprattutto in un contesto così instabile, ma al momento possiamo scongiurare l’ipotesi di un’inversione ribassista strutturale. Ora restiamo a guardare e vediamo come si evolverà la situazione.
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