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JEROME POWELL DIFESA

Jerome Powell difende Bitcoin e crypto (per le banche). E intanto RESISTE a Donald Trump. Ecco cosa ha detto!

Jerome Powell difende con le unghie e con i denti quanto deciso dal FOMC: come reagiranno Bitcoin e crypto?

Ieri, martedì 24 giugno, Jerome Powell è intervenuto durante un’audizione del Congresso, messo sotto torchio da una maggioranza repubblicana che ha provato a sostenere le ragioni del presidente Donald Trump, in particolare per quanto concerne i tagli ai tassi di interesse. Jerome Powell però è rimasto fermo nelle sue intenzioni – ovvero di aspettare. Ma aspettare cosa? E che tipo di effetto avrà sul mondo Bitcoin e crypto?

Le questioni aperte sono tante: dall’inflazione al mercato del lavoro ancora in salute, passando per la grande incognita per la più potente banca centrale del mondo, ovvero il potenziale effetto dei dazi sulla tenuta dell’economia e anche sui prezzi. Guarderemo in questo vademecum la situazione attuale e cercheremo di capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane. Informazioni fondamentali per chi vuole operare nel mondo crypto e Bitcoin – nonché anche su altri tipi di mercato.

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Jerome Powell tiene la propria posizione: e ora?

Partiamo dal principio. Da settimane è in corso un feroce scontro tra la presidenza degli USA, incarnata da Donald Trump – e Federal Reserve, invece incarnata nel suo presidente Jerome Powell. Il tema è quello dei tassi di interesse, che la Casa Bianca ritiene troppo elevati, puntando a sostegno della sua tesi a quanto sta facendo BCE, che ha tagliato in modo più deciso e costante.

Perché il litigio sui tassi? Perché ogni organizzazione politica preferirebbe tassi più bassi. Vogliono dire più investimenti, un debito pubblico meno gravoso da rifinanziare, e più in generale condizioni economiche più propense per un boom.

Perché Fed tiene il freno a mano tirato? Perché tenere tassi troppo bassi rispetto alle condizioni economiche generali è un enorme rischio. Porta i prezzi al rialzo (con l’inflazione USA che è già molto più elevata del target del 2%). Federal Reserve ha responsabilità che vanno oltre il respiro temporale politico – che negli USA è di 4 anni. E dunque continua a tenere i tassi fermi.

Per Bitcoin e per le crypto: storicamente tassi bassi favoriscono i cosiddetti asset di rischio e quindi potrebbero essere positivi per tutto il mercato di Bitcoin e delle criptovalute. Quindi tutti o quasi gli investitori in questa categoria di asset stanno aspettando – come manna dal cielo – il taglio ai tassi.

Cosa ha detto Powell?

Le risposte di Jerome Powell hanno tenuto la posizione che lo stesso Presidente di Federal Reserve aveva mantenuto durante l’ultima conferenza stampa post FOMC – la riunione che si occupa di stabilire i tassi di interesse negli Stati Uniti.

  • Attesa

La parola d’ordine è attesa. Jerome Powell è convinto – insieme agli altri membri votanti del FOMC – di essere in una buona posizione. Se l’inflazione dovesse rimbalzare, saremmo comunque in territorio di tassi restrittivi. Se l’inflazione dovesse invece scendere, si potrebbe procedere con dei tagli.

  • Incertezza dazi

Jerome Powell ha respinto la palla nella metacampo avversaria, che è quella di Donald Trump, parlando di incertezza dovuta ai dazi imposti dal governo USA. È ancora incerta non solo la percentuale applicata ai principali partner commerciali, ma anche la durata degli stessi e le categorie merceologiche alle quali verranno applicati. Pertanto fare una stima dell’impatto che potrebbero avere sui prezzi è impresa invero assai ardua. E per questo Powell si riserva il diritto di aspettare. Un diritto che per molti è rischio di essere in ritardo e dunque evitare quel soft landing che pure è la possibilità più… probabile di questo ciclo.

  • Politica?

Rimane il sospetto che i continui attacchi portati da Jerome Powell da parte di JD Vance e di Donald Trump abbiano avuto un effetto contrario rispetto ai desideri della Casa Bianca – ovvero che Jerome Powell tenga ancora di più, in questo contesto, a dimostrare la propria indipendenza. Sono chiaramente supposizioni che non potranno mai essere confermate da fatti.

30 luglio: niente tagli?

I mercati ci credono poco. E ci crede ancora meno la Casa Bianca, motivo per il quale continua e continuerà a esercitare pressioni enormi su Federal Reserve, che ciclicamente torneranno a occupare le prime pagine dei giornali.

Le probabilità di tagli per il meeting del 30 luglio

I mercati prezzano nel momento in cui scriviamo un 20,7% di possibilità di tagli, che almeno a nostro avviso – e con i dati disponibili in questo momento – è chiaramente esagerato. Le ultime proiezioni di Federal Reserve infatti hanno indicato un possibile rimbalzo nei prossimi mesi dell’inflazione, per quanto poggi su un fatto (quello dei dazi) ancora da valutare nel suo complesso.

Venerdì ci sarà il PCE, indicatore dell’inflazione che è ritenuto il più importante da parte di Federal Reserve – perché misura i prezzi che sono affrontati dai consumatori. È previsto un lieve calo rispetto alla lettura precedente, ma non a sufficienza da giustificare un taglio. Questo proprio perché Fed ritiene che ci sarà a breve un rimbalzo dell’inflazione che dovrà essere domato con tassi ancora in territorio restrittivo.

È davvero un problema per Bitcoin?

Dipende. In realtà Bitcoin ha fatto registrare un’incredibile crescita in termini di prezzo durante una fase di tassi particolarmente alti. Quindi i tassi bassi e più in generale la liquidità – per quanto in tanti amino raccontare questa storia – non sono una condizione imprescindibile per la crescita del valore di questi asset. Rimarrà necessario rimanere alla porta e valutare ogni tipo di spostamento in questo senso.

Rimaniamo dell’idea che tagli di 25 o 50 punti base cambieranno poco l’orizzonte di mercato e anche quello della liquidità. La fase che tutti sognano arriverà, forse, nel 2026 o nel 2027. Cosa che però, come abbiamo già sottolineato, non è detto che sia necessariamente un problema.

Come prepararsi a questa fase di mercato?

In realtà non ci si aspetta grossa volatilità a meno che non ci sia da fare i conti con situazioni geopolitiche in evoluzione. Occhi puntati dunque sulle news – che seguiremo anche sul nostro Canale Telegram minuto per minuto.

Per il resto, Bitcoin sembrerebbe essere in un ottimo stato di forma. Nel momento in cui scriviamo sta tentando l’assalto, pur in presenza di volumi relativamente bassi, ai 107.000$, per una mattinata che comunque è in verde per il grosso delle criptovalute, con qualche piccola eccezione.

Sarà da seguire molto attentamente la sessione USA, che partirà come sempre alle 15:30. I mercati sembrerebbero vivere una fase di tranquillità dopo gli sconquassi, in verità assai limitati, dovuti alla situazione geopolitica.

Intanto Wall Street continua a comprare – segno che in Bitcoin sono in tanti a vedere qualcosa di più di un asset che risponde positivamente a liquidità aggiuntiva sul mercato. Un trend che si conferma essere il più forte di questo ciclo, mentre si aspetta l’arrivo di retail che però per il momento sembrerebbero mancare all’appello. Una situazione molto particolare e di forte frizione tra quanto stanno facendo i cosiddetti istituzionali e quanto invece stanno facendo i piccoli investitori privati.

Un altro segno positivo per le crypto da Powell

In realtà c’è altro che Jerome Powell ha affermato e che dovrebbe essere positivo per il mercato crypto. Il presidente di Federal Reserve ha infatti ribadito che le banche possono offrire crypto e servizi collegati senza alcun tipo di problema.

Un cambio di passo enorme rispetto a quanto è avvenuto durante la scorsa amministrazione, quando Fed e altri enti regolatori del settore bancario avevano attaccato le banche che avevano osato avvicinarsi al mondo crypto, minacciando in alcuni casi anche la chiusura.

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