Nelle ore in cui l’Italia trema per 70 miliardi di euro di export a rischio per i dazi, al vertice del Ministero delle Finanze le preoccupazioni sono altre. Leggiamo, da quanto riportato da Italia Oggi qui, che per il Ministro dell’Economia e delle Finanze sarebbero sì preoccupanti i dazi, ma ancora più preoccupanti gli stablecoin e le politiche di Trump a favore delle crypto.
Non è una novità l’avversione del Ministro Giorgetti per il mondo di Bitcoin e crypto. Sua la firma in Legge di Bilancio per portare la tassazione al 42%, sua la resistenza alla cancellazione di un abominio fiscale mai registrato in un nessuno paese del mondo libero. Sempre sue dichiarazioni ripetute e costanti di disprezzo verso il comparto.
Opinione, per carità, condivisa da tanti italiani e che è più che legittima. Difficile però attribuire un qualunque tipo di razionalità al paragone tra i danni potenziali dei dazi (che saranno imposti su 70 miliardi di euro di export italiani verso gli USA) e quelli che potrebbero causare gli stablecoin. Questo a patto che si abbiano le stesse priorità dell’uomo comune: vivere del proprio lavoro e del proprio commercio, spedire in ogni angolo del mondo le proprie “eccellenze” (come amano chiamarle durante le visite a questa o quell’altra rassegna di DOP/DOC/DOCG, vini e formaggi).
Preoccupato per i dazi? Sbagli, c’è molto di peggio in arrivo dagli USA
Il virgolettato riportato da Italia Oggi è di quelli assai curiosi:
[ci si] concentra giustamente in questi giorni sull’impatto dei dazi commerciali. Tuttavia, è ancora più pericolosa e in astratto la nuova politica relativa alle criptovalute.
Preoccupazione per gli export delle aziende italiane, che sono poi quelle che pagano gli stipendi agli operai italiani, che sono poi quelli che spendono soldi tendenzialmente in Italia? Non ce n’è motivo, perché c’è un mostro molto più pericoloso. Arriva sempre dall’America e ha la forma di Bitcoin e stablecoin, criptovalute che rappresentano il valore del dollaro e vi sono ancorate tipicamente mettendo a riserva debito pubblico USA.
Le parole del ministro però non sono probabilmente farina del suo sacco, almeno questa volta. Gli stablecoin erano stati – durante i bei tempi andati – bellamente ignorati dalla politica, che per non saperne né leggere né scrivere aveva saggiamente deciso di far finta che non esistessero.
Le cose però ora sono cambiate. C’è un Euro Digitale da proporre (e speriamo non imporre) alla popolazione e la narrativa principale scelta da Piero Cipollone, l’italiano in BCE, è quello di proporlo come scudo contro il possibile predominio di questi stablecoin anche in Europa.
Le parole sono così simili che delle due soltanto una sarà possibile: o, come dicono gli americani, great minds think alike e dunque sia Cipollone sia Giorgetti (per quanto leggermente in differita) hanno partorito la stessa idea e hanno abbracciato la stessa scala di gravità (stablecoin più gravi dei dazi), oppure il Ministro dell’Economia e delle Finanze in Europa è un mero megafono di quanto decide, a porte chiuse e senza che nessuno abbia ancora votato, la Banca Centrale Europea a Francoforte.
Quanto valgono i dazi?
L’Italia esporta, euro più euro meno, circa 70 miliardi di euro verso gli Stati Uniti. Alcune categorie – farmaceutici su tutti – potrebbero esserne esenti, ma vi sarebbero comunque esposti valori equivalenti a quelli di un’intera Finanziaria lacrime e sangue.
Non si tratta, aggiungiamo, dei numeri di fantasia di Wall Street e della finanza, ma di merci prodotte con il sudore dei lavoratori italiani, con le notti rese insonni da rischi e esposizioni verso le banche degli imprenditori di questo paese. Gente la cui laboriosità e genialità è lodata e rispettata soltanto durante le gite istituzionali al Vinitaly o nelle fiere locali dei casari.
Quando si tratta di difenderne il diritto sacrosanto a esportare in regime di libero mercato, gli viene detto dal Ministro delle Finanze che potrebbero esserci dei problemi più pressanti, come quello degli stablecoin di cui probabilmente non hanno mai sentito parlare.
A questo punto, pur essendo questa una testata che mai si è abbandonata a teorie del complotto, verrebbe da chiedersi quali siano le priorità del Ministero delle Finanze: se permettere agli italiani di sudare, produrre, vendere, vivere, amare, crescere i propri figli, accumulare capitale per un futuro migliore oppure consegnare alla Banca Centrale Europea un altro strumento di potenziale controllo monetario.
A leggere le parole del ministro, serve uno sforzo incredibile per continuare ad avere dei dubbi.
“o, come dicono gli americani, great minds think alike”
mi avete ucciso xD
Questa è così ferocemente ironica di sfiorare il bullismo xD xD
Sono felicissimo che qualcuno abbia colto, perché ho riso tanto mentre la scrivevo xD
Tranquilli, che prima del nuovo anno chi ha fatto qualche soldo con le crypto lascerà l’italia, paese per vecchi, ignorante e destinato a morire. E senza nessun rimpianto.
Ammesso che qualcuno….sia rimasto