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LOTR BITCOIN

Bitcoin da COMPRARE contro la CRISI GLOBALE del commercio, del PIL, del dollaro USA. L’impresa è appena iniziata

Bitcoin salvezza del mondo? Forse anche meno, ma il suo momento potrebbe essere ora.

Non è la terza guerra mondiale, per fortuna, ma è una guerra commerciale a tutti gli effetti che vede impegnati gli USA contro il resto del mondo – anche se gli schieramenti potrebbero modificarsi dopo le prime trattative. Tra chi dice che è solo una strategia di Washington per isolare la Cina e chi invece crede che ci sia un problema clinico alla Casa Bianca, l’unica cosa che possiamo fare è prendere come un dato di fatto quanto sta accadendo.

Dazi, fine della globalizzazione (per quanto questa conclusione ci appaia come eccessiva), fine del dollaro come valuta di riserva globale (anche qui, qualche eccesso). In un contesto del genere, almeno per chi gode ancora di un pizzico di ottimismo come noi, è Bitcoin che potrebbe spuntarla.

Se questo dovesse accadere, si compirebbe quella profezia che predicava l’ascesa di Bitcoin al Monte Fato proprio in un’era di grandi sconvolgimenti. Gli sconvolgimenti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Sul fatto che Bitcoin possa trasformarsi in Frodo e salvare tutti noi dalle storture del mondo e dai cattivi, beh, dovremo dargli una mano. I punti di questa avventura, che sarà certamente raccontata più brevemente de Il Signore degli Anelli, sono cinque.

Bitcoin contro il dollaro contro i BRICS

Chi vi scrive ha sempre trovato – e finora ha avuto ragione da vendere – la questione BRICS e abbandono del dollaro come ampiamente esagerate da una certa stampa, più impegnata a fare sensazionalismo che a capire cosa sta succedendo nel mondo.

Con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, e con i conseguenti dazi e le guerre commerciali che ne sono conseguite, le preoccupazioni sul dollaro sono aumentate. O meglio, è diminuita la convinzione che possa essere riserva unica globale. Questo fosse anche soltanto perché gli americani sembrerebbero esserne stanchi. Triffin – ne parleremo in uno dei nostri prossimi video – è diventato negli USA un nome più apprezzato di quello di George Washington.

Matt Hougan di Bitwise ha già parlato della situazione e vede un mondo multi-riserva nel quale Bitcoin potrà dire la sua insieme all’oro. Sarebbe un traguardo – che però deve essere accoppiato con l’altra caratteristica fondamentale di BTC, che interesserà altrettanti stati non allineati e comunque chiunque non vorrà correre il rischio di sentirsi tagliato fuori dal database monetario più importante del futuro.

Il mining diventa risorsa strategica statale

In un mondo dove nessuno si fida più di nessuno – o dove comunque ci si fida molto meno degli altri – avere accesso a network relativamente indipendenti o comunque propri diventa una priorità. È su questa narrativa che l’UE, BCE e il ministro Giorgetti stanno spingendo per far passare l’Euro Digitale. Tuttavia va ricordato che è di soluzioni potenzialmente globali che stiamo parlando – e che dunque una valuta regionale con binari regionali per lo scambio servirà a poco (in breve: la narrativa dell’Euro Digitale in questo senso è posticcia).

Una soluzione credibile a diversi problemi: Bitcoin

Bitcoin può fare da neutral rails, da binario indipendente e neutrale per il trasferimento di valore? È nato proprio per quello. In uno scenario di guerra totale e di sanzioni, potrebbero esserci dei problemi per certi Stati ad accedervi. E per questo il mining Bitcoin potrebbe diventare una risorsa strategica in questo senso.

Dotandosi di una certa potenza di fuoco nel mining – e indirettamente decentralizzandolo – ogni stato potrà garantirsi accesso a Bitcoin. Noi ne guadagneremo indirettamente, perché la concentrazione del mining nella stessa aurea geografica è potenzialmente un problema.

Per i privati: ormai è asset da ogni portafoglio

Gli smart money, il denaro intelligente, si muove in genere molto prima degli investitori non pionieristici. Come abbiamo già visto diverse volte su queste pagine, in realtà i fondi sovrani si stanno già muovendo, presto si muoverà qualche stato, ci sono già dei fondi pensione in Bitcoin.

Anche chi non volesse essere esposto verso questo tipo di prodotti, dovrà turarsi il naso e pensare a quanto affermato da Larry Fink, BlackRock. Bitcoin può arrivare al 5% di ogni portafoglio come assicurazione contro il disastro. Certo, quello di Larry Fink è un parere interessato, dato che vende un ETF su Bitcoin. Potrebbe però essere il caso di starlo a sentire.

Nel peggiore dei casi

Il punto che comincia a farsi strada tra chi ha deciso di spendere qualche ora a ragionare, è che nel peggiore dei casi, quello di una fine del mondo per come lo conosciamo, avere un asset così libero e solido (su orizzonti temporali sufficientemente ampi), è forse la cosa migliore da fare. In aggiunta, al contrario dell’oro, possiamo custodirlo da soli anche per grandi quantità e non dobbiamo mai preoccuparci di verificarne l’autenticità.

Nel migliore dei casi, ovvero quello che ci farà ricordare di questo periodo come dell’era dei cani che abbaiano ma non mordono, non sarà mica male tenere in cassa uno dei best performing asset di sempre.

Occhio ai falsi amici

Ogni avventura che si rispetti presenta, tra gli ostacoli, anche amici che ci tradiscono, amici che stanno giocando un’altra partita e la cui vittoria significherebbe la sconfitta per la nostra impresa.

Occhio a vivere questo momento indicando Bitcoin soltanto come asset di riserva. È una delle sue possibili funzioni, ma neanche la più importante. Bitcoin senza i binari neutrali di cui sopra, senza la libertà di accesso che garantisce, è soltanto oro digitale. E a quel punto, ne potremmo forse anche fare a meno.

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