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La tokenizzazione dei contenuti social: la nuova FOLLIA del mondo crypto

Zora ha introdotto un nuovo paradigma del mondo web3: la tokenizzazione dei contenuti social. Le prime speculazioni sono già arrivate.

Ieri abbiamo parlato di come Base sia stata al centro delle polemiche per aver “venduto” il suo stesso tweet, oggi entriamo nel clou della questione analizzando il trend della tokenizzazione dei contenuti. Sin da quando il protocollo Zora ha abilitato di recente la trasformazione di un post ad una moneta immediatamente tradabile sul mercato, il panorama del social on-chain è cambiato radicalmente.

La strada è quella di portare qualsiasi contenuto on-chain, seguendo il nuovo modello “cointent”, e di arrivare alla mass adoption. Ma siamo sicuri che questo approccio sia quello giusto? Finiremo per alimentare una nuova mania speculativa, o lo scambio di token-contenuti avrà una logica più sana? Questi asset faranno la fine degli NFTs o avranno lo stesso successo delle memecoin? Affrontiamo il ragionamento insieme.

Il protocollo Zora mira a portare il mondo dei contenuti on-chain

Sin dal lancio del proprio layer-2 a giugno 2023, Zora ha cercato sempre di distinguersi dagli altri rollup puntando sulla creazione di una nuova economia sociale nel mondo crypto. Il suo obiettivo dichiarato è sempre stato quello di portare contenuti e creatori all’interno delle logiche on-chain, sfruttando la leva della tokenizzazione.

All’inizio è partita dai token NFT, portando l’idea del contenuto all’interno dei canonici token ERC-721. Poi si è spostata sul concetto di “oggetto replicabile”  abbracciando lo standard ERC-1555 che vede un NFT poter essere replicato in più copie. Alla fine è arrivata al punto di assimilare ogni pubblicazione social ad una vera e propria moneta ERC-20, facilmente negoziabile come tutte le altre crypto del mercato.

Si apre così un nuovo mondo, dove i contenuti vengono trasformati in asset speculativi attraverso la tokenizzazione. Dal 21 febbraio Zora ha annunciato la possibilità di generare coins tradabili a partire da qualsiasi post pubblicato sul proprio protocollo social. Ogni token ha una supply di 1 miliardo con il creatore che ne riceve 10 milioni al lancio e guadagna l’1%  di commissione da ogni trade effettuato sulla risorsa.

zora post
Zora annuncia tokenizzazione contenutiFonte dati: https://x.com/zora/status

L’immagine del cavallo appena mostrata è stata tokenizzata da Jacob Horne, cofondatore e CEO di Zora, ed ha raggiunto una capitalizzazione di circa $2,5 milioni al lancio. Un numero che può sembrare esiguo in confronto alla valutazione di altre monete crypto, ma che rappresenta solo il punto di partenza di una nuova moda che sta sempre più dilagando.

La tokenizzazione del contenuto: la nuova follia speculativa del settore crypto

Ad appena due mesi dall’apertura della tokenizzazione dei contenuti su Zora, questo trend è esploso al rialzo registrando numeri record. In totale il volume scambiato su queste monete è arrivato a $148 milioni, con 430 mila crypto ERC-20 lanciate da più di 100.000 creatori. Oltre 1 milione di traders hanno partecipato a questa mania speculativa, mentre sono state distribuite reward per $557 mila.

Da inizio marzo ogni giorno vengono create più di 5.000 coins, con i numeri che sono esplosi appena due giorni fa. In particolare dopo il lancio del token “Base is for everyone”, si è registrata un’impennata delle metriche on-chain. Interessante come sia aumentato anche il numero di traders che negoziano questi asset direttamente su DEX, spostandosi dall’interfaccia di Zora, che viene definita in realtà come “UX friendly”.

Zora coins
Zora coins on-chainFonte dati: https://dune.com/zorateam/coins

Questo fenomeno inizia a diventare parecchio interessante, soprattutto per la microeconomia che si è creata attorno alla tokenizzazione di un contenuto.  Qualsiasi post, immagine, o frase pubblicata su Zora non viene visto più come semplice meme culturale ma assume una rilevanza di mercato, con domanda e offerta che seguono dinamiche speculative.


Ciò che fa ancor di più riflettere è la forte presenza di attori di un certo calibro, come Base che afferma di voler potenziare la moda del “cointent. Per rendere l’idea, ieri si è tenuta una livestream per il podcast Bankless, in cui David Hoffman ha intervistato Jesse Pollak di Base. Indovinate un po? il video è stato tokenizzato sulla piattaforma.

Livestream base bankless tokenizzata
Livestream tokenizzata tra Hoffman e PollakFonte dati: https://x.com/base

Cambio di paradigma dall’interazione sociale alla speculazione: NFT o memecoin?

Arriviamo ora al punto chiave della riflessione: la tokenizzazione dei contenuti rappresenta solo una moda passeggera o avrà una portata tale da ridefinire il concetto di interazione sociale nel web3. Possiamo paragonare le nuove coins ERC-20 che nascono da Zora, come un ibrido tra la cultura on-chain degli NFT e il modello speculativo delle memecoin.

In questo passaggio troviamo una sorta di ambiguità nell’ideologia di Zora, che da un lato punta ad accrescere il valore culturale della propria chain ( il gusto del collezionismo) mentre dall’altra attira utenti con un’aspettativa di rendimento. A primo impatto potrebbe sembrare un’intersezione potenzialmente di successo ma c’è un grosso problema di fondo.

Come riportato dal ricercatore blockchain Austin Marazza, che ringraziamo per l’interessante spunto alla causa:  “Le persone collezionano senza aspettarsi un ritorno finanziario, ma nessuno acquista un token con questa mentalità.”

riflessione zora tokenizzazione
Riflessione sul futuro di ZoraFonte dati: https://x.com/gmEthereum

Questo in definitiva potrebbe creare distorsioni cognitive, soprattutto quando il modello di apprezzamento dei contenuti tokenizzati segue i principi della bonding curve, tipici del mondo memecoin. A tal proposito, ci spingiamo ad assimilare queste monete dallo sfondo socal, più a monete meme che a veri e propri oggetti di collezione NFT.

Speculazione del contenuto: la ricetta del successo per la tokenizzazione su Zora?

ATTENZIONE: non è detto che tutti i mali vengono per nuocere. il rischio di una tensione tra valori culturali e ricerca del mero profitto potrebbe creare un nuovo movimento, ibrido, dove uno dei due focus non vede escludere l’altro.  È presto ancora per dirlo, ma l’aggiunta del dio denaro all’interno del contenuto potrebbe essere la ricetta del successo di Zora.

Sarà ora interessante osservare  come i dati on-chain evolveranno nelle prossime settimane e monitorare l’evoluzione della nuova nicchia del “cointent”. Per il momento, godiamoci questa follia degen, e cerchiamo di attribuire valore a tutto ciò che, fino a ieri, sembrava non averne.

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