Ieri il prezzo di Bitcoin è salito del 6,82%, riconquistando un livello fondamentale per la prosecuzione del bull market. Dopo estenuanti mesi di ribasso, la moneta arancione è tornata a dettare legge sulle borse crittografiche, segnando un movimento che ha preso alla sprovvista tutti gli orsi. In un solo colpo sono stati liquidati $300 milioni di short, valore che non si vedeva da diversi mesi sui mercati futures.
Ora per Bitcoin la strada sembra spianata al rialzo: i dati on-chain suggeriscono un terreno fertile per una nuova fase di espansione. Tuttavia dobbiamo tenere sotto controllo alcuni aspetti, affinchè questo rialzo non venga configurato come fake. Tutti i dettagli di seguito.
Pump del prezzo di Bitcoin: liquidati $300 milioni di short
Dopo varie sessioni di compravendita sanguinanti sul mercato crypto, Bitcoin ritorna rialzista e va a rompere con decisione il livello chiave dei $90.000. Gli orsi proteggevano questa zona di trading da quasi due mesi, sin da quando erano riusciti a consolidare la resistenza, ma ora sono stati spazzati via dalla forza dei tori. Con una singola candela giornaliera, Bitcoin ha rotto con decisione la MA99, tanto da ristabilire il controllo.
Molto curioso notare come ieri la price action di ieri sia riuscita ad abbattere in piena scioltezza un muro di short composto da 2.200 BTC. Superato il tappo di vendite, Bitcoin ha proseguito il suo rally arrivando a ridosso dei $94.000 senza troppe difficoltà. Complessivamente nella giornata di ieri sono stati liquidati short per $300 milioni di dollari, un valore estremamente significativo che non veniva triggerato da diverso tempo.
Ora Bitcoin deve difendere con le unghie e con i denti i supporti di prezzo e tentare il follow-up della domanda. Al momento mancano zone di liquidità sui futures al di sopra delle quotazioni attuali, tali da poter assorbire l’avanzamento della domanda. L’outlook di breve si è dunque spostato a favore del rialzo. ma c’è comunque da fare attenzione a possibili inversioni repentine. In particolare, in caso di volatilità estrema al ribasso, gli orsi tenteranno in tutti i modi di tornare al di sotto degli $83.500.
Gli holders di lungo periodo hanno accumulato durante il calo dei prezzi
Molto interessante osservare come nel mezzo del recente crollo dei prezzi dal 20 febbraio in poi, i long-term holders abbiano approfittato per fare scorta di Bitcoin. Come evidenziato dai dati Glassnode, i detentori da almeno 155 giorni hanno accumulato massimamente, dopo che nel periodo post elezioni avevano liquidato le proprie vecchie posizioni.
Solitamente i LTH hanno un ottimo tempismo nei propri acquisti, tanto da anticipare i maggiori rally rialzisti. Allo stesso tempo riescono quasi sempre a vendere in prossimità dei top locali, proprio come accaduto a dicembre. Questo dato ci da maggiore confidenza che il recupero di ieri potrà poi lasciare spazio ad un futuro trend di apprezzamento.
Grandi flussi di Bitcoin in uscita dagli exchange
Mentre gli holders accumulano, c’è un altro dato che accompagna la crescita del prezzo di Bitcoin. Parliamo del volume di trasferimento netto da/verso gli exchange, che negli ultimi giorni ha toccato un livello negativo estremamente profondo. In particolare l’11 aprile c’è stata un uscita netta di oltre 35.000 BTC che hanno abbandonato gli exchange.
In genere quando molti Bitcoin escono dai CEX, significa che ci sono players che stanno acquistando spot, per poi prelevare le scorte su wallet privati più sicuri. Pensate che era da novembre 2022 che non vedevano movimenti simili, proprio quando la crypto aveva toccato il bottom dello scorso bear market. Il fatto che durante il recente dip si siano verificate le stesse condizioni, ci fa ben sperare che la bull run possa inoltrarsi ancora a lungo.
I miners di Bitcoin sono bullish in questo momento
Non solo gli holders di lungo termine: anche un’altra entità sembra guardare il prezzo di Bitcoin con occhi rialzisti. Ci riferiamo ai miners, una categoria vitale per il network Bitcoin e con la capacità di poter decidere potenzialmente le sorti speculative di breve/medio periodo. Non tutti lo sanno ma i miners detengono nei propri wallet cifre intorno agli 1.8 MILIONI di BTC, pari a circa $169 MILIARDI.
Questi players si muovono in modo inversamente speculare ai long-term holders, dovendo fare i conti con degli alti costi operativi e con delle risorse da vendere nei momenti più redditizi. Dunque i miners tendenzialmente scaricano Bitcoin quando i prezzi iniziano a salire ed aumentano le proprie riserve in prossimità dei top e nelle fasi calanti successive.
In questo momento, dopo che nelle ultime settimane i miners avevano interrotto le proprie vendite (segno di un prezzo sfavorevole di Bitcoin) sono tornati timidamente alla ribalta. Questo significa che secondo loro la visione, la criptovaluta continuerà a crescere nelle prossime sessioni. Dovremo iniziare a preoccuparci non appena vedremo forti outflow dei miners in corrispondenza di grandi movimenti rialzisti. Lì probabilmente ci sarà il top del bull market di Bitcoin.