Alla fine avevano ragione loro. Hanno deciso di tenere le commissioni molto elevate e a oggi incassano più di BlackRock. Parliamo di Grayscale, che a gennaio scorso ha convertito il suo fondo su Bitcoin in un ETF, perdendo una quantità importante di capitali, ma comunque battendo i giganti di Wall Street al loro stesso gioco.
In realtà la situazione è complessa, ma a 16 mesi dal lancio di questi prodotti è possibile tirare qualche somma e valutare anche se la strategia di Grayscale – tenere le commissioni molto più alte della concorrenza – abbia funzionato o meno.
A guardare i numeri – che però andranno analizzati anche tenendo conto di altri fattori – sembra di sì. Ad oggi Grayscale incassa dal suo ETF più di tutti gli altri ETF su Bitcoin messi insieme. Tutto questo mentre Bitcoin continua a mostrare vivacità e con il prezzo di questo asset che va in parallelo con le commissioni incamerate da tutti i gestori.
Grayscale batte BlackRock
In nessuno degli universi possibili avremmo mai immaginato Barry Silbert battere un vecchio lupo dei mercati come Larry Fink. I numeri però – raccolti da Nate Geraci – non solo sono corretti, ma sono anche impietosi.
A quasi 16 mesi dal lancio degli ETF Bitcoin spot, GBTC sta ancora guadagnando di più di tutti gli altri ETF messi insieme. E c’è una bella distanza.
La situazione però andrebbe spiegata con maggiore dovizia di particolari. Grayscale si è presentata sul mercato con un fondo già pronto – che è stato semplicemente convertito in ETF. Al suo interno aveva già una quantità enorme di Bitcoin – che poi ha progressivamente perso.
A lasciare Grayscale sono stati due tipi di investitori: quelli che avevano comprato quote del fondo quando questo valeva molto meno del controvalore in BTC (a causa, allora, dell’impossibilità di convertire le quote in BTC veri) e chi invece ha deciso di orientarsi verso ETF dalle commissioni MOLTO più basse.
Per la cronaca, Grayscale applicava prima della conversione una commissione annua del 2%. Con la conversione l’ha portata a 1,50%, mentre gli altri offrono tra lo 0,15% e lo 0,29% (con l’eccezione di Hashdex, che però quasi nessuno ha comprato).
Perché tutti gli altri hanno deciso di rimanere in Grayscale? Probabilmente per rimandare l’evento tassabile, preferendo pagare una commissione certamente più sostanziosa, ma a quanto parrebbe più vantaggiosa del pagare subito quantità importanti di denaro a IRS, il fisco americano.
In aggiunta una parte rilevante delle quote del fondo sono e erano nelle mani di DCG, che è poi la società che possiede e amministra Grayscale.
Numeri da ridere?
No, anche se segnalano come in realtà la strategia di Grayscale non sia stata esattamente delle peggiori. Tenendo conto del fatto che in tanti avrebbero scelto di rimanere a prescindere, ha preferito mantenere commissioni molto elevate, massimizzando i suoi profitti.
Ad oggi – anche se la cosa non durerà in eterno – Grayscale guadagna più di tutti gli altri ETF messi insieme. Un risultato che forse in pochi si sarebbero aspettati. Fino a quando però? Allo stato attuale delle cose, per superare Grayscale, BlackRock dovrebbe raddoppiare il proprio AUM. Il che vorrebbe dire passare dai circa 55 miliardi attuali a 110 miliardi circa. Probabilmente non è qualcosa che avverrà per il 2025, mentre per il 2026…
Questo chiaramente a prezzo di Bitcoin fermo e anche a detenzioni di Grayscale ferme.