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Kucoin perde (forse) il 77% delle riserve in Bitcoin dall’introduzione del KYC: l’exchange è in pericolo?

Kucoin registra un pericoloso calo delle riserve in Bitcoin negli ultimi due anni. Si parla di potenziale insolvenza, ma è tutto vero? Non fatevi fregare dalle bufale.

Ieri la nota piattaforma di analisi on-chain CryptoQuant ha pubblicato un post, che ha suscitato non poche polemiche, riguardo un presunto calo delle riserve in Bitcoin dell’exchange Kucoin. In particolare sarebbe stato evidenziato un drawdown pari al 77% rispetto ai dati di giugno 2023, quando è stato implementato l’obbligo KYC.

Dal post di CryptoQuant, ora cancellato, sono emersi alcuni rumors tra la crypto community che parlavano di un periodo di forte crisi per Kucoin. Il CEO della piattaforma, BC Wong, è sceso in campo per dire la sua, negando le accuse. In questo articolo riportiamo tutta la storia, offrendo uno spunto critico su cui riflettere.

Kucoin registra un grande deflusso di Bitcoin dalle proprie riserve dall’introduzione del KYC a giugno 2023

Come riportato ieri dalla società di analisi CryptoQuant, l’exchange Kucoin avrebbe affrontato un enorme calo delle riserve in Bitcoin negli ultimi due anni. Da giugno 2023 infatti, la quantità di BTC detenuti presso i wallet del CEX è diminuita del 77%, perdendo una somma pari a 14.200 BTC per un controvalore attuale di $1,3 miliardi.

Il motivo scatenante di questo trend ribassista, citato da CryptoQuant, sarebbe stato l’introduzione dell’obbligo di verifica KYC per nuovi e vecchi utenti. Fino ad allora l’exchange permetteva a chiunque di depositare, prelevare e scambiare asset senza la necessità di aggiungere i propri dati personali. Non a casa Kucoin per anni ha avuto la nomea di hub dei “trader loschi”, senza nulla togliere ai suoi servizi impeccabili.

In pratica, secondo quanto interpretato da CryptoQuant, gli utenti avrebbero iniziato a portare via i propri Bitcoin da Kucoin in modo massiccio sin dalla messa in atto della verifica KYC. Addirittura nella chart riportata, si vedrebbe uno spike ribassista della metrica registrato il 5 giugno, quando iniziavano a diffondersi i primi rumors riguardo una sorveglianza più  rigida rigida dell’exchange.

Kucoin riserve
Kucoin riserve in caloFonte dati: https://cryptoquant.com/insights/

Kucoin è in difficoltà? attenzione alle bufale!

Subito dopo la pubblicazione del post da parte di CryptoQuant, hanno iniziato a diffondersi voci di corridoio riguardo una presunta insolvenza di Kucoin, che stava perdendo troppo rapidamente le sue riserve in Bitcoin. Ovviamente queste asserzioni sono totalmente false: Kucoin continua ad operare normalmente e senza alcun tipo di problema.

La società CryptoQuant è stata criticata aspramente dal CEO di Kucoin, BC Wong, per aver diffuso dati fuorvianti e poco precisi riguardo la solidità finanziaria della piattaforma. In realtà non si è mai parlato di “difficoltà” né tanto meno di insolvenze, ma solamente del dato delle riserve in calo.Purtroppo però in molti l’hanno interpretato diversamente, costringendo CryptoQuant a cancellare il post.

Kucoin ha ribadito di disporre di “Proof of Reserve” ampiamente sopra collateralizzate, che testimoniano la piena disponibilità dei fondi degli utenti. I dati ufficiali pubblicati dalla piattaforma mostrano che le riserve coprono abbondantemente i depositi dei clienti, senza alcun rischio di insolvenza. In particolare per Bitcoin, ci sarebbe una reserve ratio del 106%, superiore a quanto necessitato.

Inoltre Kucoin avrebbe messo in discussione i numeri di CryptoQuant, affermando di disporre di almeno il doppio dei Bitcoin indicati nella metrica on-chain. Si parla di 10.306 BTC ( numeri ancora da verificare su blockchain) contro una stima ferma a solo 4.691 BTC.

POR kucoin
Proof of Reserve KucoinFonte dati: https://x.com/BC_KuCoin/status

Tutti gli exchange stanno perdendo quote di riserve in Bitcoin, ma il dato non è rilevante!

Il problema di fondo sarebbe stato dunque il modo con cui CryptoQuant ha analizzato il calo delle riserve in Bitcoin di Kucoin, citando una riduzione maggiore rispetto a quella reale. La drastica diminuzione citata del 77% sarebbe in realtà meno profonda, più verosimilmente intorno al 40%. Ad ogni modo questo non cambia l’errata interpretazione del dato, che è stata associata in modo superficiale a una presunta insolvenza. 

Il fatto che le riserve siano in calo non implica in alcun modo che Kucoin stia affrontando problemi economici: d’altronde questo è un fenomeno che ha interessato quasi tutti gli exchange centralizzati negli ultimi due anni, compresi i colossi Binance e Coinbase. Certamente un calo del 77% rappresenterebbe un affondo più importante in termini percentuali, ma ciò non cambia il succo del discorso.

Riserve in calo non significa problemi economici ed impossibilità di onorare tutte le richieste di prelievo, ma semplicemente una tendenza degli utenti ad abbandonare i propri Bitcoin dai CEX. Per KuCoin, come per altri operatori del settore, si tratta di un trend fisiologico, dove la self-custody sta progressivamente sostituendo il tradizionale holding su piattaforme centralizzate. 

riserve bitcoin exchange
Riserve in Bitcoin di tutti gli exchange Fonte dati: https://cryptoquant.com/asset/btc/chart

A proposito di baggianate

Spesso il dato delle riserve di Bitcoin in calo è anche associato ( da sempliciotti) ad una presunta condizione bullish per BTC, in quanto i prelievi dagli exchange sono associati ad attività di accumulazione da parte delle whales. Sebbene questo possa risultare in parte vero, nel senso che il dato offre comunque uno spettro d’analisi positivo, dobbiamo assolutamente smentire la relazione tra riserve in calo e boom del prezzo della criptovaluta.

Come suggerito anche in un recente articolo sulle riserve degli exchange ai minimi, questa informazione da sola non basta per poter fare delle previsioni, ma va contestualizzata con una decine di altri dati che giustificano una presunta attività di accumulazione ( che comunque non ha effetti nel breve termine). 

Oltre al fatto che la teoria del “supply shock” non trova voce in capitolo in un contesto come quello attuale, dove gli exchange hanno il massimo dell’interesse a fornirsi di liquidità in BTC per soddisfare gli scambi degli utenti e guadagnare succose commissioni di trading. 

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