La verità è che abbiamo vinto – e che a molti (forse compreso chi vi scrive) la vittoria ha un sapore amaro. In tanti sognavano un mondo diverso – senza dover avere a che fare più con i padroni del mondo finanziario, monetario e economico. E invece eccoci qui, vittoriosi su tutta la linea, eppure estremamente insoddisfatti.
Bitcoin ha vinto, la blockchain ha vinto, il token come forma dell’asset e del valore ha vinto. Eppure quello che sentiamo in bocca non è il dolce sapore della vittoria, ma l’amaro gusto del rimpianto.
Potremmo chiudere la questione tornando ad una vecchia questione: siamo incontentabili, e quando le cose vanno bene, vorremo soltanto che andassero… ancora meglio. Ci sono però delle questioni delle quali sarà il caso di iniziare a discutere. E di affrontare sia sul fronte economico (positivo), sia su quello pratico (forse meno positivo).
Aiuto: ci hanno rubato Bitcoin
Chi vi scrive, come tanti di quelli che leggono, era qui prima che Bitcoin diventasse un asset apprezzato anche da Wall Street, istituzionali, fondi sovrani ecc. Ci aveva scommesso più di quanto sarebbe stato razionale farlo. E probabilmente lo aveva acquistato ritenendolo un sistema monetario libero e non solo un asset sul quale speculare (senza che a questa parola sia associato alcun tipo di giudizio morale).
Di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta. La data spartiacque è e rimarrà quella del 10 gennaio 2024, con l’arrivo degli ETF Bitcoin. Non solo però per l’enorme quantità di Bitcoin che hanno accumulato, ma anche perché forse mai ci saremmo immaginati di vedere Bitcoin spinto e pubblicizzato da personaggi del rango di Larry Fink.
Il risultato a un anno di distanza? BlackRock (per conto dei propri clienti) ha 651.617 Bitcoin (dato alla chiusura di giovedì), ovvero oltre il 3% del totale dei Bitcoin che saranno mai in circolazione. Somma simile per MSTR di Saylor (che però in borsa sta pagando un prezzo piuttosto alto). Questo senza tenere conto delle detenzioni, comunque importanti, di altri gestori di ETF.
Centralizzazione: no, queste grandi detenzioni in capo a pochi non creano dei problemi di centralizzazione. Il consenso di Bitcoin non è un sistema dove comanda chi ha più $BTC. Possono esserci questioni sulla potenziale centralizzazione del mercato? Sì, ma comunque il grosso delle azioni vive benissimo con diversi azionisti che hanno più del 3% di flottante.
DeFi: poco decentralized, tanto… finance?
DeFi è una sigla che sta per decentralized finance, ovvero finanza decentralizzata. L’obiettivo è (era?) molto ambizioso: rimpiazzare ogni servizio offerto dalla finanza tradizionale con strumenti il più possibile decentralizzati: prestiti, market making, gestione del rischio, replica di strumenti finanziari e asset.
Si è fatto molto e tanti protocolli hanno avuto tanto successo – vedi ad esempio AAVE. Hanno avuto così tanto successo da aver attirato anche gli squali di Wall Street.
I primi tentativi sono stati piuttosto timidi: qualche blockchain privata e nel complesso degli strumenti che non hanno avuto grande diffusione se non tra una clientela molto ristretta. Oggi però le cose sono cambiate.
- BlackRock e il suo $BUIDL
È un fondo completamente tokenizzato. Nasce direttamente onchain e investe in bond USA a breve scadenza. Non è interessante in quanto tokenizzato, ma piuttosto perché Ethena lo utilizza per una sua stablecoin, come riserva. E quindi non più, come nel caso di USDC e USDT, bond classici, ma fondi che investono in bond e che sono già in forma tokenizzata. Parliamo di pochi miliardi, ma è un segnale molto forte del posizionamento di un gigante del settore finanziario classico all’interno dello spazio DeFi.
- Azioni
Per ora a guidare la rivoluzione sono entità crypto native, ma comunque centralizzate. Lo sta facendo Kraken, che ha annunciato un accordo per il lancio delle migliori azioni su Solana.
- Altri titoli
C’è l’interessamento di Apollo e di altri player del settore private equity. Anche in questo caso, infrastrutture decentralizzate, ma con una gestione completamente centralizzata.
Anche qui si potrà affermare che la vittoria è stata assoluta e totale, perché in realtà nessuno si sarebbe mai immaginato evoluzioni di questo tipo e a questo ritmo. Ma sarà una vittoria molto diversa da quella che immaginavano i sognatori: un mondo senza più Wall Street, senza più borse centralizzate, ma con tutti gli asset liberi di viaggiare su blockchain.
Una vittoria al sapore di sconfitta, ma solo per chi…
Solo per chi ha poca pazienza. È vero che tante cose sono andate diversamente da come le si immaginava. È vero che le ingerenze da parte di soggetti del vecchio mondo sono tante e importanti, ma è vero anche che Roma non fu costruita in un giorno.
No, non abbiamo perso. Abbiamo vinto su tutta la linea. E ci sarà tempo per vincere… ancora di più. Questo a patto però anche di sapersi accontentare del tanto, forse del troppo che si è riusciti a portare a casa fino a oggi.