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EURO DIGITAL FLOP

5 errori dell’Euro Digitale che pagheremo TUTTI: non fermerà crypto e Bitcoin, non aiuterà l’Euro. La svolta cinese

Un flop preannunciato - che tutti pagheremo a caro prezzo. L'euro digitale ha zero speranze di...

Un’emergenza che non avverte nessuno, se non BCE. È l’emergenza dell’Euro Digitale, che sarà presentato in ottobre e che dovrà correre fortissimo per evitare che l’Area Euro perda la sua sovranità monetaria. Questo secondo il punto di vista della Banca Centrale Europea.

Una banca centrale europea che prima era preoccupata per l’arrivo della criptovaluta stable di Facebook, poi, una volta eliminato per via politica il pericoloso concorrente privato, infatuandosi delle magie delle politiche pubbliche cinesi (che sono riuscite a introdurre, con scarso successo, uno Yuan digitale).

E poi ancora puntando al duopolio dei cattivissimi (e inaffidabilissimi) ameriKani di Visa e Mastercard. E ancora per bloccare lo sbarco delle stablecoin ancorate al dollaro come USDT e USDC. Una lotta di BCE contro tutti: canali per i pagamenti via carta, canali per i pagamenti via crypto, criptovalute e chissà cos’altro da qui a ottobre.

5 errori madornali di BCE che pagheremo noi

C’è una differenza enorme tra gli errori delle aziende private e gli errori del settore pubblico. I primi vengono pagati, nella peggiore delle ipotesi, dagli azionisti. I secondi invece, anche se non si è avuta la possibilità di metterci bocca, finiscono per essere pagati da tutti.

Trattandosi di denaro, gli sconquassi possono andare oltre qualche inefficienza da pagare di tasca nostra. Più Piero Cipollone e i suoi spingeranno per l’adozione dell’Euro Digitale, più ci troveremo a pagare, direttamente e indirettamente, questa scelta scellerata.

  • Non c’è bisogno di creare un asset

La creazione dell’euro digitale vuol dire la creazione di una nuova forma di moneta. Sarà una moneta potenzialmente programmabile, sotto il pieno controllo di BCE, che avrà un funzionamento molto diverso dal denaro (anche smaterializzato) che siamo abituati a utilizzare oggi.

Non è soltanto un cambiamento dei canali – che diventeranno pubblici, economici (almeno per l’utente finale) e infine più veloci. È l’introduzione di una nuova tipologia di denaro potenzialmente non più fungibile.

Se il punto era avere un canale di pagamento libero, pubblico, economico, si sarebbe potuto pensare, costruire e introdurre un sistema stile PIX in Brasile. Rimane difficile comprendere perché non si sia fatto. Unica spiegazione plausibile è la volontà di avere una nuova forma di denaro – e non un nuovo canale di pagamento.

  • Sistema inefficiente per fare un favore alle banche

La tecnologia che sarà scelta da BCE non avrà bisogno, tecnicamente, di intermediari. Non avrebbe infatti bisogno di banche, dato che i detentori di euro digitale potrebbero – come già avviene nel mondo delle criptovalute e di Bitcoin – detenere la valuta in un wallet proprio.

Le banche però – comprensibilmente – si stanno facendo sentire. È il caso di Patuelli di ABI, ma anche di rappresentati del settore con una maggiore potenza di fuoco.

Per accontentarli, ha già detto Cipollone, saranno introdotte in un sistema che potrebbe farne a meno. Rendendolo meno efficiente e in parte sconfiggendo la portata della rivoluzione, se come tale vogliamo caratterizzarla.

  • Non renderà l’Euro una valuta globale

Le momentanee difficoltà del dollaro hanno scatenato allucinazioni competitive nelle menti che governano la Banca Centrale Europea. Christine Lagarde ieri ha lanciato la sfida. I sostenitori dell’Euro Digitale, il grosso dei quali non hanno compreso come funzionerà, credono che sarà uno strumento per vedere finalmente l’Euro sul tetto del mondo.

Ci sono diverse considerazioni che si potrebbero fare: la prima è che forse non ci si rende conto degli oneri che accompagnano gli onori di avere la valuta di riserva globale.

Non parliamo poi della crescita sostenuta e credibile della quale si avrebbe bisogno per imporsi come leader economico globale, né di altri limiti che per ora possono essere superati soltanto con la più fervida delle immaginazioni.

  • Non fermerà criptovalute, stable e non

Le criptovalute sono utilizzate da molti perché comode, economiche e perché libere. Non c’è bisogno, per utilizzarle, di registrare il proprio wallet (anche se ovviamente gli exchange ricorrono al cosiddetto KYC). Tra le altre cose sono globali: possiamo inviare i soldi a un amico in Thailandia, in Cina o anche in Peru agli stessi costi e senza che questo debba registrarsi in una qualche banca europea.

L’Euro Digitale, per ovvi motivi, non sarà così. Applicherà al massimo grado possibile regole AML (l’anti-riciclaggio) che hanno da tempo superato il livello di abbiamo bisogno di controllare il necessario. Chiunque abbia un conto in banca viene controllato, spiato, ammorbato da richieste continue di documenti, attaccato per movimenti strani e meno strani. L’Euro Digitale sarà assolutamente identico. E avrà tutti quei problemi che portano molti a scegliere le criptovalute.

  • Costi esorbitanti

BCE ha già stanziato 1,1 miliardi di euro per consulenze necessarie affinché la baracca Euro Digitale parta. Ci saranno costi ancora più importanti per continuare a farla funzionare. Si pagherà, dicono dalla regia, con fondi propri di BCE che ricava dall’emissione dell’euro.

I costi saranno fuori controllo, perché nessuno pagherà per il suo utilizzo. E il rischio che si trasformi nell’ennesimo costosissimo servizio pubblico, del quale tra le altre cose nessuno aveva fatto richiesta, sono molto elevati.

C’erano soluzioni alternative, che però…

Di soluzioni alternative – ammesso che lo scopo sia mai stato quello di avere pagamenti digitali veloci e europei – ce n’erano tante tra le quali scegliere.

PIX in Brasilequi per una disamina di come funziona – era una delle soluzioni percorribili. In alternativa si sarebbe potuto scegliere di obbligare certi emittenti di stablecoin a depositare le proprie riserve (retribuendole) presso la Banca Centrale. Oppure si poteva scegliere una soluzione all’americana, ovvero permettendo ai privati di competere all’interno di un sistema di regole comuni.

Niente di tutto questo: il ritardo accumulato dall’Europa è troppo, ci dicono di nuovo dalla regia. E dunque servirà un ulteriore intervento pubblico. I più cinici contesteranno che si è arrivati a questa situazione proprio a causa delle eccessive ingerenze delle istituzioni pubbliche nell’economia. Ma si tratta appunto di cinici che non hanno compreso la grandezza del disegno di Piero Cipollone e Christine Lagarde.

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Renzo
Renzo
17 giorni fa

Ue = Urss … faremo la stessa fine…. purtroppo… R.