Per il mondo delle criptovalute gli ETF spot statunitensi sono come l’ottava meraviglia del mondo. L’introduzione di questi strumenti, prima a gennaio 2024 con Bitcoin, poi a luglio dello stesso anno con Ethereum, ha segnato una svolta epocale per il settore.
Oggi gli asset digitali sono legittimati e riconosciuti da Wall Street, e macinano in continuazione numeri così impressionanti da sembrare quasi irreali. I fondi su Bitcoin hanno toccato da poco un nuovo grande traguardo in termini di volumi di scambio e valore bloccato, entrando di fatto nell’olimpo degli dei della finanza.
Ovviamente anche quelli su Ethereum non restano fermi: dopo una lunga fase di deflussi, gli investitori istituzionali sono tornati a gamba tesa su ether guidando diversi giorni di investimenti positivi. Addirittura, in una sessione recente particolarmente intensa, gli afflussi netti hanno superato quelli del re delle crypto. Ora tutti gli occhi sono puntati sulla seconda in classifica? Approfondiamo il discorso qui di seguito.
ETF Bitcoin raggiungono un nuovo record di volumi di scambio
Gli ETF Bitcoin hanno debuttato nel mercato crypto appena 18 mesi fa a gennaio 2024, e già possono vantare un risultato davvero pazzesco. Se qualcuno prima del loro lancio ci avesse detto che avrebbero toccato i $1.000 miliardi di volume cumulativo scambiato in 1 anno e mezzo, sinceramente, gli avremmo riso in faccia. Ora invece questi numeri sono realtà, con le ultime contrattazioni della settimana che hanno sancito il record a 12 zeri.
All’inizio del loro percorso gli ETF Bitcoin erano partiti bene, riuscendo ad attirare circa $100 miliardi di negoziazioni nei primi 2 mesi, per poi raddoppiare a $200 miliardi ad aprile. Poi però durante la fase estiva c’era stato un rallentamento e un calo dell’interesse che aveva fatto pensare ad una traiettoria decrescente di investimenti istituzionali. Invece, da novembre in poi, sulla scia positiva delle elezioni statunitensi e dell’ingresso in Casa Bianca di Donald Trump, il denaro è tornato a confluire dalle tasche di Wall Street a Bitcoin.
$1.000 miliardi in 18 mesi significa che in media in ogni giornata di mercati aperti sono stati avanzati trades per $2,85 miliardi. Si tratta di un valore molto importante per uno strumento come gli ETF, che di discosta ancora molto dai volumi registrati nelle borse native crypto spot e futures, dove ogni giorno si ragione nell’ordine di decine di miliardi di $, ma che evidenzia un trend crescente di interesse istituzionale. Ora i prodotti come IBIT di BlackRock, competono con i big del settore come il Vanguard S&P 500 ETF (VOO) e l’Invesco QQQ Trust (QQQ) Nasdaq-100 Index
IBIT di BlackRock meglio degli ETF sull’oro: 5 volte più rapido a raggiungere i $70 miliardi
A proposito di IBIT, dobbiamo segnalare un altro primato nel contesto degli ETF Bitcoin, questa volta però raggiunto personalmente da BlackRock. Il fondo quotato in borsa della società ha infatti superato da poco il valore complessivo di $70 miliardi in asset gestiti. E lo ha fatto in soli 341 giorni di negoziazione, diventando a tutti gli effetti l’ETF più veloce a raggiungere un traguardo simile. Ad oggi IBIT gestisce un sottostante pari a $72,5 miliardi, con $49,24 miliardi di inflow cumulativi sin dal suo lancio. Il 3,35% della supply di Bitcoin è custodita da BlackRock.
Pensate che l’ascesa di IBIT è stata così rapida da surclassare anche persino il più celebre tra gli ETF delle borse speculative: quello di SPDR Gold Trust (GLD). Questo prodotto rappresenta il maggior fondo negoziato in borsa sull’oro con garanzia fisica al mondo. Ha raggiunto i $70 miliardi di net assets in 1.691 giorni, 5 volte più lento rispetto alla controparte di oro digitale gestita da BlackRock. Ciò dimostra il grande interesse degli operatori istituzionali verso strumenti ad alto rischio come Bitcoin.
Fino a pochi anni fa poteva sembrare folle immaginare uno scenario simile a questo, visto e considerando anche il modo in cui i media tradizionali e i grossi banchieri hanno da sempre descritto il mondo crypto, enfatizzando il proprio scetticismo. Adesso invece gli ETF ricoprono un ruolo fondamentale nella spinta all’adozione degli asset digitali ed hanno già fatto la storia nel giro di pochi mesi.
Ethereum non resta a guardare: striscia di inflow positivi consecutivi, sorpasso in curva su Bitcoin
Se fino ad ora abbiamo parlato bene degli ETF Bitcoin, non possiamo astenerci dai complimentarci anche per gli stessi prodotti replicati su Ethereum. All’inizio i prodotti istituzionali su ether erano partiti un po sottotono, portando più outflow che inflow di capitale. Nell’ultimo trimestre del 2024 si sono poi ripresi sfruttando l’hype generalizzato dei mercati, per poi rallentare sistematicamente con il calo di inizio 2025. Dalla fine di aprile in poi però, c’è stato un vero e proprio boom.
Molteplici giornate di risultati positivi, culminati con lo spike di mercoledì 11 giugno in cui sono stati aggiunti $240 milioni di asset. Parliamo di risultato da urlo per un insieme di strumenti che complessivamente valgono $11 miliardi, e che dal debutto hanno attirato investimenti per $3,74 miliardi. Lo stesso giorno gli inflow su Ethereum sono stati anche maggiori rispetto a quelli registrati da Bitcoin, che ha portato in cassa solo $164 miioni.
Fino a pochi mesi fa gli ETF Ethereum erano stati fortemente criticati a causa della loro scarsa trazione, in concomitanza con un andamento deludente dell’asset sottostante. Alla luce degli ultimi movimenti sembra però che il vento stia cambiando e che gli istituzionali stiano iniziando a riconoscere il valore strategico di ether nei portafogli di investimento.
Io non sono sicuro che Bitcoin si ad alto rischio, primo perchè non può essere manipolato da nessuno, secondo, ogni ritracciamento rappresenta una nuova opportunità di acquisto per obiettivi a lungo termine.