Tutti hanno dimenticato questa previsione su Bitcoin di Larry Fink, che ultimamente si fa vedere poco in giro e che preferisce far parlare numeri che sono incontrovertibili: il suo ETF su Bitcoin è quello più di successo della storia – e a questo punto serve anche poco andarlo a proporre in TV.
Tutti hanno dimenticato, dicevamo, cosa ebbe a dire soltanto pochi mesi fa, quando raccontava davanti a una platea tanto folta quanto prestigiosa delle sue discussioni con i fondi sovrani sull’allocazione in Bitcoin che sarebbe ottimale. 1%? 2%? 5%? E se tutti lo facessero, se tutti seguissero le indicazioni di Larry Fink, a quanto potrebbe arrivare BTC? La risposta la vedremo più avanti – dato che ci siamo occupati di questo proprio… nell’ultimo numero del nostro Magazine.
Non l’abbiamo detto noi. Lo ha detto qualche tempo fa Larry Fink, in quel di Davos, davanti a una platea assolutamente d’eccezione. Parliamo infatti della riunione alla quale devono (perché quasi di obbligo si tratta), partecipare quasi tutti i grandi nomi del settore economico e politico. Un ambiente storicamente ostile per Bitcoin, che fino ad allora aveva preso soltanto sberleffi, almeno in quella sede.
Il discorso – che risale a gennaio 2025 – a poco più di un anno dal lancio degli ETF su Bitcoin di BlackRock, fu abbastanza cristallino. Larry Fink era in diretto contatto con diversi fondi sovrani che stavano valutando l’ingresso in Bitcoin tramite il suo ETF.
Cosa sono i fondi sovrani? Sono fondi di investimento gestiti direttamente dagli stati, dove tipicamente vengono reinvestiti proventi che arrivano dalla vendita di materie prime.
Qualcuno lo aveva già fatto, come quello di Abu Dhabi, altri probabilmente, dato che è proprio Larry Fink a consigliarglielo, lo stanno facendo. Ma fu ancora più interessante la posizione di Fink rispetto all’allocazione. Un 2%? Un 3%? Fino al 5%!
E se tutti i fondi sovrani e i gestori di una certa taglia dovessero prendere quella decisione, allora Bitcoin potrà arrivare anche a 700.000$.
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Larry Fink è anche un venditore. È a capo da tempo del secondo gestore per valore delle detenzioni per conto dei clienti e quando lancia qualcosa, vedi l’ETF su Bitcoin, deve renderlo bello, luccicante e appetitoso. E dunque le sue parole andranno certamente scontate.
Quanto è possibile il 5% a livello mondiale? Probabilmente poco. Anche gli investitori più navigati tra quelli che arrivano dal mondo della finanza tradizionale stanno bagnandosi appena i piedi nel mare rappresentato da Bitcoin.
Cosa non abbiamo capito, però? Che i tempi della finanza tradizionale non sono i tempi del mondo crypto. Certe decisioni vanno ponderate, le esposizioni vanno valutate nel tempo e eventualmente allargate. Si ragiona in mesi e anni e non in ore e giorni come siamo abituati noi scalcagnati del mondo crypto.
A Larry Fink andrà certamente riconosciuto di essere un precursore, almeno tra quelli che arrivano dal mondo della finanza tradizionale. Ora però ce ne sono altri a predicare la stessa dottrina, anche tra chi non è direttamente coinvolto nella vendita di prodotti legati a Bitcoin.
Qui abbiamo raccolto le testimonianze più significative – e troverete anche un leggendario investitore parlare di allocazioni fino al 40%.
Tornando a chi ha interessi diretti nell’affare Bitcoin. Bitwise ha confermato, per la terza volta, la sua previsione su BTC a 200.000$ entro fine anno.
Bitwise propone negli USA un ETF di discreto successo, il terzo o il quarto per raccolta di capitali a seconda dei momenti e dunque è certamente una parte in causa. Ha però anche una credibilità da difendere, che ne uscirà certamente ridimensionata se quanto affermato poi non dovesse verificarsi.
Chi avrà ragione? È possibile che a fronte di tanti movimenti in entrata il prezzo fatichi ancora a trovare nuovi massimi? Chi è che sta vendendo? E perché tali profezie ci mettono tanto a compiersi? Sono domande che riserveremo a un altro approfondimento, a breve, proprio su questi schermi.
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