Arriva una prima distensione sul fronte dazi. Quando in Italia eravamo nel cuore della notte e – si spera – più che addormentati – Donald Trump ha annunciato (per oggi) un importante accordo commerciale con un paese che ha definito rispettabile. Le indiscrezioni parlano del Regno Unito, ma a offrire maggiori sponde al rialzo è più la convinzione che ci sia una strada per sistemare i guai che, probabilmente, l’accordo stesso.
Questo avviene a margine di una conferenza stampa di Jerome Powell dai toni piuttosto incerti: il Presidente di Federal Reserve ha avuto risposte nette soltanto a domande sul suo rapporto con Trump e sui condizionamenti del presidente. Non ce ne sono, ha detto. Per il resto, si naviga ancora una volta a vista.
Incertezze che hanno impattato poco sull’andamento dei mercati. Le borse asiatiche, che avevano aperto con qualche difficoltà, hanno poi coperto senza grosse preoccupazioni al diffondersi delle dichiarazioni di Trump. Se i mercati sono una cacofonica orchestra, è indubbio che il direttore oggi sieda alla Casa Bianca.
Tutto verde: euforia giustificata?
Andiamo con ordine. Ieri Jerome Powell ha invitato tutti alla calma. O meglio, ha fatto un arrocco corto (0-0) e ha fondamentalmente difeso le scelte prese fino a oggi. In breve:
- Fed è ben posizionata
- Non è necessario intervenire ora
- Dipende tutto dai dazi
La cosa non era piaciuta più di tanto ai mercati crypto e Bitcoin, che pur senza grossi stravolgimenti ha sofferto durante tutta la conferenza stampa. Di tagli, d’altronde, non ve n’è traccia. E i mercati non li prezzano neanche per giugno.
Tagli che – come è noto ai nostri lettori – sono una droga potentissima alla quale nessun mercato sarebbe disposto a rinunciare. Jerome Powell rimane però fermo sulle sue posizioni: non è ancora il momento, perché rischiamo di regalare benzina a un motore dell’inflazione che viaggia ancora a giri troppo elevati.
Sull’economia: JPow è stato più che ottimista. Dice che il brutto risultato del primo trimestre è dovuto più alla questione import/export che a cambiamenti strutturali. Tuttavia si dovrà attendere una soluzione positiva della questione dazi – che rimangono il vero problema dell’economia oggi.
Trump: accordo e si vola
Nel cuore della notte Trump ha diffuso un messaggio relativamente criptico. C’è un accordo, che sarà annunciato oggi, con un paese che è stato definito molto rispettabile. I giornali USA parlano del Regno Unito, con il quale gli USA hanno rapporti commerciali importanti. Perché però dovrebbe salire tutto in seguito a una notizia del genere?
Con ogni probabilità i mercati stanno scontando positivamente l’esistenza della possibilità stessa di accordo. Ovvero: c’è una strada, forse non disponibile per tutti, ma c’è. E in una situazione del genere è il proverbiale grasso che cola.
Fino a quanto può durare? L’arrivo di altri accordi sarebbe ulteriore benzina per un mercato che, pur avendo recuperato dai momenti più bui dopo l’annuncio dei dazi continua a esserne preoccupato. La cosa eliminerebbe anche alcune delle preoccupazioni di Federal Reserve e forse aprirebbe una strada più ampia al percorso verso i tagli.
I dazi hanno effetti rialzisti sull’inflazione e invece ribassisti sulla produttività e il PIL, e di conseguenza rendono il doppio mandato di Fed in conflitto, aumentando l’incertezza. Questa sarebbe la strada migliore per tornare a entusiasmi sul mercato che si erano persi da tempo.