A pochi giorni di distanza dal lancio dell’hard fork Pectra, la blockchain Ethereum registra un’impennata delle attività all’interno del suo ecosistema layer-2. Il panorama delle reti modulari EVM si va sempre di più espandendo apportando migliorie sia a livello UX che sul fronte dell’integrazione con i protocolli. Il risultato: una crescita degli utenti e costi ridotti, il che contribuisce a rendere Ethereum il polo tecnologico di riferimento per lo sviluppo di applicazioni decentralizzate.
Di recente si è discusso tanto dei L2 come reti che “cannibalizzano” i profitti di Ethereum, ma in realtà la visione è molto più ampia, e deve essere contestualizzata anche con i seguenti dati. Vediamo tutto ciò che è successo nella scorsa settimana.
Attività in crescita sui layer-2 di Ethereum
Secondo quanto riportato dalla dashboard di “Growthepie”, durante la settimana 5-11 maggio, nel mezzo della famosa integrazione Pectra, i layer-2 di Ethereum hanno segnato un forte aumento delle metriche di rete. Spicca all’occhio un aumento ENORME di quasi il +30% degli indirizzi attivi, con numeri positivi sia per la presenza su L1 che su L2. Se consideriamo gli utenti attivi su più di una chain, il dato rimane molto incoraggiante con un +15%.
Attualmente i layer-2 vantano una dominance maggiore di 5.79 volte rispetto ad Ethereum stessa, con una crescita del 22% in una settimana. parliamo di numeri incredibili se pensiamo che appena 2 anni fa, ad aprile 2023, la rete principale presentava una dominance maggiore rispetto alle molteplici rete secondarie che poi sono spuntate fuori come funghi.
È chiaro ormai che le blockchain modulari, ossia quelle dividono le funzioni di consenso, esecuzione e DA su più livelli, stanno dominante il contesto EVM. Ethereum come blockchain monolitica, seppur giochi ancora un ruolo centrale in termini di settlement, inizia a lasciare sempre più spazio alle reti scalabili e specializzate, dove gli utenti preferiscono operare.
Non si tratta più di dover decidere dove favorire l’ecosistema e dove creare incentivi, i numeri parlano chiaro: la modularità sta vincendo, visto che la UX, i bassi costi di commissioni e la facilità con cui muoversi negli ambienti on-chain è ormai l’unica cosa che conta per sopravvivere nel futuro del web3.
I layer-2 non finiranno per uccidere Ethereum stesso?
Questa è diventata ormai la discussione più acerba del mondo Ethereum: i layer-2 stanno rubando profitti allo stato principale? Beh, non è proprio così. Da un lato c’è da riconoscere che fees incassate dai vari Base, Arbitrum e compagnia, sono solo parzialmente riconosciuti ad Ethereum L1, mentre questi registrano entrate nette invidiabili. Ma c’è da fare un ragionamento più ampio.
Innanzitutto queste non sono fees “rubate”, ma piuttosto sono stratificate su più parti e soprattutto sono boostate dalla presenza dei layer-2. Non avremmo 13,5 milioni di utenti attivi sul L1 senza la presenza delle reti più scalabili, soprattutto in un contesto di competizione per il blockspace e congestione del network. Tra questi milioni di indirizzi c’è anche qualcuno che non accetta ( e non ha la disponibilità economica) di spendere decine di dollari di commissioni ad ogni transazione.
Poi, il fatto che il fatto che il prezzo del gas sia sceso su Ethereum, determinando dunque entrate minori alla chain, non dipende unicamente dalla presenza o meno dei layer-2. Questo piuttosto è frutto di una scarsa predisposizione della Foundation negli ultimi anni a cercare di portare valore ed innovazione sul L1, focalizzandosi ( giustamente) a creare più opzioni di scalabilità.
Aggiungiamo infine che nessuno starebbe parlando di “layer-2 che cannibalizzano”, se ETH fosse sui massimi storici. Anzi, si invita a riflettere che già ora che la crypto è tornata in un outlook bullish, si iniziano a sentir meno discussioni sterili e prive di fondamento come questa.
L’upgrade Pectra inizia a farsi sentire
Fatta questa doverosa riflessione sui layer-2 di Ethereum, possiamo tornare a parlare di Pectra e di come abbia portato i suoi frutti sin da subito, addirittura nella prima settimana. Da notare soprattutto come il numero di transazioni svolte nelle settimane 5-11 maggio sia aumentato del 8,1%, passando da 8,7 milioni a 9,4 milioni. In contemporanea anche le transazioni AA ( account abstraction) sono esplose del +27,5% da 9.619 fino a 12.268.
Inoltre le blob fees sono scese drasticamente del 91%, da 107 ETH registrati nella settimana precedente fino a 9,62 ETH. Sebbene i vari EIP introdotti con l’aggiornamento Pectra non abbiano nulla a che vedere con l’impatto sui costi dei blobs, è interessante notare come questi cambiamenti si siano presentati proprio in concomitanza del suo debutto. Si tratta di un effetto indiretto che ha migliorato l’esperienza utente, incentivando l’adozione e ridistribuendo il traffico on-chain anche sul L1. Infatti, complice una price action positiva, il prezzo del gwei ha visto un aumento.
Interessante notare anche come il numero dei blobs inviati dai rollup ad Ethereum siano aumentati del 10% nello stesso periodo. I layer-2 che più hanno speso con i loro sequencer per spedire dati sul L1 sono stati Base con 4,20 ETH, Worldchain con 1,63 ETH, Taiko con 0,62 ETH, Arbitrum con 0,56 ETH e Optimism con 0,39 ETH. A tal proposito, l’OP mainnet rimane il luogo più economico in assoluto dove svolgere operazioni sui layer-2 con un costo medio di solo $0,0005 per tx