Ieri si è svolta la prima fase della vendita pubblica di XPL, token della nuova blockchain Plasma, con il supporto dei backers Tether e Bitfinex. Il progetto prevede di entrare in mainnet entro la fine del 2025 ed ha già fatto il primo passo raccogliendo $500 milioni in stablecoin presso il proprio vault. Il tetto massimo dei depositi è stato raggiunto in pochissimi tempo, vista la partecipazione di molte whales all’iniziativa, scatenando anche una breve gas war sulla blockchain di Ethereum.
In questo articolo facciamo un recap di tutto quello che sta costruendo Plasma e dei prossimi passi in vista del lancio ufficiale di XPL. Analizziamo anche alcuni numeri della vendita pubblica per capire meglio l’entusiasmo e l’interesse che ruotano attorno al progetto.
Che cos’è XPL e che funziona avrà nella blockchain di Plasma?
Plasma è un nuovo progetto blockchain lanciato da Tether e Bitfinex, che mira a costruire un ecosistema finanziario decentralizzato incentrato attorno alla figura delle stablecoin. Parliamo di una rete di tipo L1 side-chain di Bitcoin, ma compatibile con l’Ethereum Virtual Machine (EVM), super performante ed interoperabile. L’idea alla base è quella di un layer specializzato nei pagamenti stablecoin, in grado di offrire transazioni rapide, a basso costo e ad alta finalità, ideali per costruire servizi finanziari globali e permissionless.
Per il consenso Plasma utilizza un meccanismo noto come PlasmaBFT, che si rifà al Fast HotStuff utilizzato da altre chain come Aptos e Monad. Nel campo dell’esecuzione, invece, si affida a Reth, un client EVM ad alte prestazioni sviluppato da Paradigm, che garantisce una piena compatibilità con l’ecosistema Ethereum. Le commissioni del gas si potranno pagare in BTC o USDT, e tutti i trasferimenti P2P in stablecoin saranno gratuiti.
Il token XPL avrà un ruolo centrale in questo contesto, fungendo da risorsa chiave per la sicurezza e la partecipazione alla rete. Verrà utilizzato per lo staking da parte dei validatori che partecipano al meccanismo di consenso PlasmaBFT, oltre a servire come asset per la governance on-chain e, in alcuni casi, per incentivare la fornitura di liquidità e lo sviluppo dell’ecosistema.
Si chiude con successo la vendita del token XPL: cosa ci aspetta adesso?
Il 10% della fornitura totale del token XPL è stata venduta ieri attraverso un’asta pubblica presso il sito web ufficiale di Plasma. Gli utenti hanno partecipato apertamente depositando stablecoin come USDT, USDC, USDS o DAI nel Plasma Vault sulla rete principale di Ethereum. In questa prima fase i fondi sono stati distribuiti presso i protocolli Aave e Maker, in modo che gli utenti inizino a guadagnare uno yield nativo.
A breve arriverà la fase successiva di Plasma, quella della vera e propria public sale. Si perchè quello di ieri è stato solo l’evento di deposito iniziale, che è servito a determinare l’allocazione di XPL che ogni utente potrà poi acquistare durante il periodo ufficiale di commit. Fino ad allora i depositanti guadagnano rendimenti sulle stable fornite, oltre a dei punti “units” che stabiliscono appunto la quota XPL che potrà essere acquistata.
Non appena la vendita sarà conclusa, gli utenti dovranno attendere un minimo di 40 giorni, con depositi e prelievi bloccati, pur continuando a maturare rendimenti. Poi arriverà la fase finale, ovvero quella del lancio in mainnet di Plasma: ogni partecipante riceverà la propria quota di token oltre alle stablecoin depositate che saranno bridgate in USDT direttamente sulla nuova chain.
Plasma e Tether attirano i capitali delle whales: ecco i numeri della vendita di XPL
Inizialmente Plasma aveva fissato un cap dei depositi per XPL a $250 milioni.Poi però, vista l’alta domanda degli utenti e la partecipazione massiccia di grandi investitori, il limite è stato raddoppiato a $500 milioni. L’intero ammontare è stato raccolto in stablecoin in pochissimo tempo, con il vault pubblico che ha toccato il tetto massimo nel giro di pochi minuti. Da sottolineare la fitta presenza di whales con capitali milionari, che hanno contribuito al successo della vendita pubblica.
Pensate che di 1.107 indirizzi che hanno partecipato, solo in 411 hanno depositato meno di $10.000. Addirittura 72 balene hanno puntato tra $1 e $10 milioni, mentre in 11 hanno scommesso più di $10.000. La size media è stata di $451.671, mentre la mediana è attorno ai $35.000. Curiosamente, anche il progetto è stato supportato da Tether e Bitfinex, che si occupano prettamente della gestione di USDT, la stablecoin più utilizzata per la vendita è stata quella di Circle USDC con $345 milioni.
Plasma scatena la gas war sulla blockchain di Ethereum
Come ogni evento di successo che si svolge sulla blockchain di Ethereum, anche la vendita di XPL da parte di Plasma ha innescato le condizioni per un aumento temporaneo del prezzo del gas. Gli utenti hanno cercato in tutte le maniere di includere la propria tx nel blocco prima degli altri, così da posizionarsi in tempo per il deposito sul vault del progetto. Questo significa pagare un gas più alto per incentivare i validatori a includere la propria transazione il prima possibile, scavalcando di fatto quelle con commissioni inferiori.
Addirittura un utente ha pagato 230.000 Gwei come gas price, arrivando a versare una fees di 39.15 ETH, per un controvalore di quasi $100.000. Numeri folli per noi comuni mortali, ma non per questa whale che ha effettuato un deposito di oltre $10 milioni. In proporzione per lui, il saltafila gli è costato solo l’1% dell’importo complessivo puntato.
Capite bene che per molti utenti con capitali esigui, competere in queste condizioni è praticamente impossibile. La guerra del gas ha portato i costi di commissioni su Ethereum a livelli improponibili, tali per cui il semplice tentativo di partecipare alla vendita poteva costare più del valore stesso del deposito. Questo è Ethereum L1:non è costoso… semplicemente non è per tutti.