..ma il prezzo di ETH non decolla…! La scorsa settimana l’ecosistema Ethereum ha raggiunto per la prima volta nella storia l’obiettivo dei 20 milioni di indirizzi attivi, ossia utenti che hanno interagito almeno una volta con la chain o le sue reti secondari nel periodo indicato.
Un numero molto incoraggiante, che racconta però una storia diversa rispetto a quella che emerge dal grafico di ETH, ancora oggi sorprendentemente in ritardo rispetto al resto del mercato: momento interessante per provare in anteprima esclusiva bybit.eu con Bonus incluso da qui.🎁
Gran parte del merito della crescita arriva dai layer-2, che continuano la loro striscia positiva attirando progressivamente nuove interazioni on-chain. Vediamo più da vicino cosa significa tutto questo per Ethereum, e se prima o poi anche il mercato inizierà a prezzare questa traiettoria bullish. Tutti i dettagli di seguito.
Ecosistema Ethereum segna nuovi massimi nelle attività on-chain
Secondo i dati della dashboard “Growthepie”, il numero di indirizzi unici che nell’ultima volta hanno interagito con una o più chain dell’ecosistema Ethereum ha raggiunto un nuovo massimo storico. Più di 20 milioni di entità hanno svolto transazioni sull’Ethereum mainnet o sugli oltre 24 rollups che si appoggiano alla sicurezza del layer principale. Stiamo parlando di una crescita non indifferente, che si riflette in un + 52% rispetto la settimana precedente e in un + 30% da inizio giugno.
È ormai dal Q1 2023 che vediamo questa direzione costante di crescita, ma solo nelle ultime sessioni abbiamo assistito ad un’accelerazione fuori dal comune. In particolare, la fase di boom è iniziata a metà aprile, poco dopo che il prezzo di Ethereum era sceso sotto i $1.500, per poi recuperare leggermente terreno in seguito. Da quel momento ad oggi il numero di indirizzi coinvolti è più che raddoppiato, evidenziando un chiaro interesse da parte degli operatori web3.
Da sottolineare però come il grosso dell’espansione sia da attribuire esclusivamente ai layer-2, veri e propri protagonisti di questo percorso. Infatti l’attività su Ethereum L1 è rimasta pressochè identica negli anni, sempre intorno ai 2 milioni di “weekly active address“, senza particolari scossoni. Ad oggi la frenesia dei layer-2 vale 8 volte quella sul network principale, anche se solo 657.000 utenti operano su più di una chain contemporaneamente, segno di una frammentazione delle interazioni per singole chain.
Quali layer-2 stanno attirando nuovi utenti?
Detto ciò, se osserviamo più da vicino la composizione degli utenti attivi sulle rispettive catene layer-2, possiamo comprendere laddove si concentrano i maggiori flussi on-chain. Non dovrebbe essere una scoperta che la prima rete in classifica è Base, rollup gestito da Coinbase, con quasi 1 milione di indirizzi unici attivi al giorno. Dal suo lancio nel luglio del 2023 ha letteralmente spiccato il volo, andando a conquistarsi in appena un anno il trono come layer-2 più movimentato dell’ecosistema.
Al secondo posto c’è Celo, una chain con un valore economico esiguo ma con un engagement molto carico, soprattutto nelle ultime settimane. Ieri circa 576.000 indirizzi sono entrati in contatto con questa rete. A chiudere il podio, scartando ovviamente l’Ethereum mainnet, troviamo Arbitrum, maggior layer-2 per TVL con $13,5 miliardi a supporto di oltre 358.000 utenti attivi. In questo caso, osserviamo un calo della metrica nell’ultimo anno, con una riduzione delle interazioni del 52%, segno che parte degli indirizzi si sono spostati altrove.
Ethereum segnali top, ma il prezzo di ETH va per i fatti suoi
Se dovessimo guardare nel complesso lo stato dell’ecosistema , non potremmo che spendere solo belle parole. L’adozione della rete è in costante crescita, c’è un’ottima base di transazioni, il numero di validatori e di token bloccati in staking aumenta sempre di più nel tempo, e vediamo in programma grandi aggiornamenti per il futuro. Purtroppo però, è evidente che, almeno fino ad ora, il prezzo di ETH non sembra aver risentito di questi segnali positivi. Rispetto allo scorso anno il token è in ribasso del 28%, proprio mentre siamo nel mezzo del bull market.
Questa situazione può apparire snervante per gli holders di Ethereum, che nonostante il continuo spirito bullish degli analisti, non vedono occasioni per tradurre in profitti questa fiducia nella rete. Il problema è in realtà nella fallacia di questa logica, secondo cui a dati on-chain positivi corrisponde una reazione immediata dei prezzi dell’asset sottostante. Ahimè, non funziona così. Queste metriche sono fondamentali per comprendere la salute e la direzione di lungo termine dell’ecosistema, ma raramente influenzano le dinamiche speculative di breve periodo.
Probabilmente gli unici indicatori on-chain che hanno un riflesso sul prezzo di ETH sono il volume scambiato in rete e il prezzo del gas, entrambi più legati a dinamiche economiche degli operatori. Ad ogni modo, vedere questa continua asimmetria tra crescita strutturale e decrescita speculativa, dovrebbe quantomeno far accendere una lampadina nella mente di chi guarda il progetto con un orizzonte di lungo termine. Prima o poi, se la direzione è questa, ETH diventerà il “petrolio digitale” che alimenterà questa nuova versione dell’internet del futuro.