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REKT: Il Medio Oriente trascina il mercato all’inferno, quali crypto mostrano segnali di forza?

Ennesimo colpo basso al mercato crypto: gli scontri geopolitici portano trascinano con sè anche i traders. C'è però qualche token che mostra segnali di forza.

Nulla da fare per il mercato crypto: partenza verso il “to the moon” rinviata a data da destinarsi, gli eventi geopolitici in Medio Oriente colpiscono ancora. Nella notte Israele ha attaccato gli impianti nucleari dell’Iran, provocando una forte tensione che, come spesso accade, si è riversata sulle borse speculative più suscettibili, criptovalute incluse.

Peccato perchè Ethereum ed altre risorse iniziavano a muoversi molto bene, dando segnali di possibili accelerazioni rialziste. Ora tutto da rifare, ci sarà da vedere se il calo notturno verrà assorbito durante il week-end, o se ci saranno ulteriori esclation e montagne russe sui grafici. Ora diamo un’occhiata all’outlook generale del mercato e cerchiamo di indicare quali sono quelle monete e quei settori che stanno rispondendo meglio allo stress macro.

Crollo del mercato crypto: bagno di sangue tranne su poche eccezioni

Ne abbiamo già parlato stamattina in apertura con il nostro caporedattore Gianluca Grossi di come i conflitti in Medio Oriente abbiano innescato un pesante sell-off sui mercati crypto e sulle borse asiatiche ed europee. Da una prima vista, sembra che la quasi totalità degli asset digitali abbia registrato ingenti perdite, con qualche raro caso di ribasso in doppia cifra percentuali nella top 100. Tra le big, si muovono male Ethereum con un -8,7%, Solana con un -9,2%, Dogecoin con un -8,9% e Cardano con un -8,5%.

Non mancano tuttavia le eccezioni, che hanno resistito all’ondata di offerta scatenatasi durante la notte. Oltre alle stablecoin rappresentative del dollaro USA e dell’oro, troviamo performance positive nelle ultime 24 ore anche per Unus Sed Leo (LEO) , utility token dell’exchange Bitfinex, che segna un +1,40%.  Tendenzialmente questa moneta si muove in modo poco volatile e resiste bene durante le fasi critiche. Rispetto ad un anno fa è in up del 55%. Bene anche per Four (FORM), token dell’ecosistema Binary-X, che cresce dell’1,5% e AB (AB), token della Newton Foundation, con un 5,3%.

Crypto bubble
Crypto top 100Fonte dati: https://cryptobubbles.net/

Scendendo oltre la top 100 dei progetti più capitalizzati, possiamo confermare il bagno di sangue generalizzato anche nei piani più bassi, pur riscontrando anche in questo caso qualche moneta sovversiva che è andata controtrend. Citiamo Polyhedra Network (ZKJ), Aerodrome Finance (AERO), Movement (MOVE), Nexpace (NXPC), e IoTeX (IOTX).

Quali settori resistono meglio alla botta?

Come ogni dump che si rispetti, ci sono dei comparti crypto che riescono a reggere meglio lo stress da un punto di vista grafico. In linea con quanto riportato sopra, possiamo vedere secondo i dati di Dexu.ai, che la categoria più resistente delle ultime 24 ore è stata quella dei CEX. Di solito monete degli exchange come BNB, KCS, OKB, BGB ( e ovviamente anche LEO), che hanno un business solito alle spalle, tengono meglio rispetto al resto del mercato durante le fasi di sell-off. Anche durante il precedente bear market, molti di questi token hanno segnato ottime performance.

Anche il gruppo dei privacy token, composto da TORN, NYM, ZEC e RAIL, sembra aver vissuto il dramma notturno con relativa tranquillità. Poco più male per i settori del lending e dei DEX, che come avevamo visto in un recente articolo, continuano a posizionarsi nella zona alta della classifica. Scendendo troviamo anche i token sweet-spot, quelli game-fi e L1.

Non va invece per nulla bene ai token Social-fi e ICM, che fino a pochi giorni fa erano in top trending, ma sono stati dimenticati facilmente dai mercenari del mercato crypto. Anche AI-agents, NFT e liquid-restaking token, segnano una giornata da dimenticare con perdite che superano il -12%

Crypto performance
Sector crypto performanceFonte dati: https://dexu.ai/overview

Cosa succede sui crypto derivati?

Ponendo la lente di analisi sui dati Coinglass del mercato dei crypto derivati, possiamo giungere a delle interessanti riflessioni. Ciò che spicca subito all’occhio e che si riflette su praticamente tutti gli asset sono questi 3 elementi:

Volume 24H in forte aumento
Open interest 24H in forte ribasso
Funding rate variabili

Complessivamente il quadro sembra abbastanza chiaro: il crollo dei prezzi ha innescato delle liquidazioni forzate che hanno ridotto l’open interest, portando ad un aumento dei volumi di trading e ad alcuni squilibri sui premi dei futures.

Coinglass derivati
Derivati cryptoFonte dati: https://www.coinglass.com/

C’è però qualcuno che si mostra più resiliente rispetto ad altri. Ad esempio HYPE, token del DEX Hyperliquid, che nonostante lo schiaffo in faccia subito, segna un calo dell’open interest molto risicato, mantenendo un funding rate positivo. Ciò significa che è rimasta una buona dose di interesse per i traders, che mantengono un’esposizione long. Stesso discorso anche per BNB, che però mostra un funding meno marcato rispetto ad HYPE.

Interessante anche FARTCOIN, che registra un crollo del -19% dell’open interest ma mantiene un tasso di finanziamento positivo dello 0,018%. Potrebbe essere interessante valutare una posizione delta neutral con queste condizioni, o andare alla ricerca di qualche stimolo positivo per uno scalping su time frame bassi. Da sottolineare anche DOT, che rispetto alla massa vede un aumento dell’open interest, accompagnato però da un funding che cede terreno, segno di un forte interesse degli short. 


Il bull market crypto è compromesso?

Alla luce di questo dump, possiamo giungere ad una conclusione in merito alla situazione complessiva del mercato crypto. A prima vista quello che viene da dire è  “non ci voleva”: in settimana alcune monete erano partite per un rally che sembrava promettere bene, ma che è stato completamente annullato dagli scontri tra Iran ed Israele. Se non ci sarà una risposta immediata dei mercati, potrebbe essere dura ritrovare lo stesso spirito ottimista già dalla prossima settimana.

Ci riferiamo soprattutto ad Ethereum, che stava per rompere al rialzo verso i $3.000, ma che è stato poi pizzicato in fuorigioco. Avevamo parlato in settimana di quanto fosse importante aspettare una chiusura settimanale sopra i $2.800 per alzare le probabilità di una continuazione long, ma purtroppo un evento esterno al mondo crypto ha rovinato questa ipotesi. Anche per Bitcoin sembra possibile un nuovo attacco agli ATH, ma a questo punto dobbiamo rinviare l’appuntamento e rimettere in fresco lo champagne.

Bull market rovinato? Chi lo dice non ha mai probabilmente vissuto i veri sciacquoni,
quelli che ti svegliano con un -20% su tutto il comparto facendo suonare contemporaneamente tutti gli alert dei broker. C’è solo un pò di tensione, che tra l’altro non dipende dal contesto crypto e che verrà probabilmente risolta.. Il mercato si mantiene rialzista e c’è ancora spazio per più di una mossa dei tori. Calma e sangue freddo.

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