E intanto il tempo se ne va – e le banche centrali si sentono molto più hawkish di prima. Se non fosse stato per i dazi, piombati su un mondo che si apprestava a un’altra stagione di liquidità quasi gratis, oggi staremmo probabilmente già raccontando un’altra storia.
Staremmo valutando i prossimi tagli di Federal Reserve, godendoci le manovre espansive di Pechino e – in misura minore – anche quelli di BCE. Invece da Washington si dovrà attendere ancora, così come si dovrà aspettare probabilmente in Europa prima di vedere altri tagli.
Sempre in questo frangente però, Bitcoin – qui puoi comprarlo anche in PAC periodico – si riavvicina ai suoi massimi storici. Corrono anche le crypto che sono in genere termometro dell’appetito per il rischio e, in un ultimo, torna il buon umore soprattutto tra i più degen degli investitori, quelli che senza pensarci due volte puntano sulla categoria di asset più rischiosa che c’è. Stamattina Alex Lavarello ci ha illustrato la situazione anche ciclica di Bitcoin. Ora è il momento di guardare alle condizioni macro più generali.
Macro, perché mi fai soffrire?
Vi e ci conosciamo. In un mondo ideale saremmo – almeno nella nostra e nella vostra testa – sempre con i tassi a zero, con fiumi di liquidità che inondano i mercati e che finiscono in Bitcoin e crypto – categoria di asset che della liquidità quasi gratis è stata sempre golosa.
In realtà però la situazione liquidità a livello globale è meno restrittiva di quanto potrebbe sembrare dai tassi di interesse. Qui nel grafico la M2 negli States, che sono comunque il paese con la politica monetaria attualmente più restrittiva. Si potrebbero fare discorsi molto complicati su questa vicenda – che faremo sul nostro Canale Telegram VIP nei prossimi giorni.
- Quale sofferenza allora?
Quella di quest’altro grafico. I tassi negli USA stanno facendo una fatica enorme a tornare su livelli più bassi, livelli più bassi che garantirebbero a chi investe un ambiente drogato dai soldi facili. Ci sarà ancora da aspettare.
Nell’universo parallelo dove Trump non ha vinto le elezioni o dove non ha comunque applicato dazi come quelli di cui parla da settimane, saremmo probabilmente già in traiettoria dei tagli. L’economia – secondo previsioni di Fed – sarebbe già rallentata nel 2025 anche senza i dazi – e probabilmente giugno o luglio sarebbero stati i momenti propizi. Tuttavia non viviamo in quell’universo parallelo dove Trump non ha vinto le elezioni, e dunque bisognerà probabilmente portare un po’ di pazienza in più.
- Perché Bitcoin e crypto hanno ripreso a crescere allora?
Per due ordini di motivi. Il primo è che non dipendono necessariamente dalla presenza di tassi a zero o quasi a zero, al netto delle convinzioni di tanti analisti.
Il secondo è che i primi accordi arrivati a tema dazi hanno lasciato intendere a molti – tra gli investitori – l’esistenza di una possibile strada per un ritorno verso una sorta di normalità. Non sarà la vecchia normalità, ma sarà più… normale dei numeri contenuti nella tabella che Trump mostrò in mondovisione e senza alcun tipo di criterio matematico dietro.
In breve: possiamo chiudere la questione in modo migliore di come era stata aperta. Cosa che dovrebbe anche limitare l’effetto inflativo dei dazi. E quindi avvicinare i tagli.
Perché poca fiducia negli asset che hai in portafoglio?
La vera domanda sarebbe quella che riguarda la fiducia che hai in asset che hai messo volontariamente in portafoglio e che ritieni che possano salire solo quando le banche centrali si danno alla pazza gioia.
In tante – anche se magari non in tutte, consulta qui il ranking crypto per campionato – c’è qualcosa di interessante almeno per gli altri investitori. E dunque stare troppo a guardare il burattinaio maximo e le sue decisioni sui tassi, 25 punti base alla volta, potrebbe non essere il modo migliore di impiegare il proprio tempo.
Per chi cerca risposte: Bitcoin ha attraversato brillantemente una lunga fase di politica monetaria restrittiva. Le crypto alt forse un po’ meno, ma comunque non si sono liquefatte come avrebbe comandato la teoria. Tenendo conto del fatto che Cina – qui il nostro approfondimento – sta già alleggerendo la pressione, che l’Europa lo ha già fatto e che gli USA presto dovranno farlo, forse è il momento di sedersi comodi, ordinare un drink fresco e godersi la seconda parte del viaggio.