A seguito degli ultimi rialzi, Bitcoin sembra trovarsi in una fase di stallo, con i dati macro che trasudano incertezza in vista delle future decisioni critiche della Federal Reserve. I prezzi sono entrati in una zona di congestione tecnica che potrebbe sbilanciarsi a favore degli orsi durante le prossime sedute, consentendo al trend di rifiatare dopo 5 settimane positive.
Allo stesso tempo però i dati on-chain e la situazione lato derivati ci fanno essere più ottimisti del dovuto, lasciando aperta una porta per i tori, determinati a mantenere il controllo del mercato e portare le quotazioni su nuovi massimi.
Cerchiamo di fare il punto della situazione e di capire dove è diretto Bitcoin in questo momento: tutti i dettagli di seguito.
Opzioni Bitcoin Deribit: forti scommesse per la scadenza del 30 maggio
Le prossime due settimane di contrattazioni saranno fondamentali per inquadrare la direzionalità di breve della price action di Bitcoin. Il 30 maggio scadono $7,6 miliardi di opzioni Deribit, di cui $2 miliardi ITM e $5,6 miliardi OTM.
Si tratta della seconda scadenza dell’anno più importante in termini di Open Interest, con la prossima data di forte attenzione che è fissata per il 27 giugno con $9,9 miliardi di scommesse.
In questo momento i traders stanno puntando molto sullo strike price dei $110.000, che coincide il target dell’ATH di Bitcoin, dove tra l’altro si concentrano molte potenziali liquidazioni sul mercato futures. Non è detto che i prezzi siano diretti verso quell’obiettivo, ed è anzi più probabile che venga usato come hedge per coprire il rischio di movimenti laterali o ribassisti vendendo call OTM ed incassando il premio.
Allo stesso tempo forte interesse anche per le call a $100.000, segno di un possibile equilibrio tra speculazioni rialziste e strategie di copertura. Il max pain price è fissato a $94.000 con un ratio tra put e call pari a 0,78.
Se gli orsi dovessero prendere in pugno la situazione, potremmo avvicinarci a questo livello, riallineando le posizioni dei market maker, come spesso accade nei momenti di incertezza.
Guardando oltre, la scadenza del 27 giugno mostra un interesse ancora maggiore da parte degli analisti, con un open interest da record e un aumento delle call rispetto alle put. Molte di queste sono concentrate su strike price superiori ai $110.000., un segnale che il mercato sta prezzando una potenziale pausa, ma senza escludere nuove accelerazioni nel medio termine.
Nuovi capitali in entrata su Bitcoin: c’è ancora spazio per un accelerazione
Contestualizzando la lettura delle opzioni con i dati on-chain notiamo come su Bitcoin stia tornando un afflusso di capitali tale da giustificare un possibile follow-up della domanda. Secondo la metrica Glassnode “Bitcoin: Realized Cap Net Position Change”, che identifica la variazione netta del capitale reale in ingresso sulla rete, sembra esserci stato un ritorno positivo del trend dopo la flessione di aprile. Su base mensile l’indicatore è salito del 3% evidenziando un rinnovato interesse degli investitori.
Questo significa che gli investitori stanno movimentando UTXO ad un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto, cosa che spesso accade durante le fasi bull.
Contemporaneamente c’è da osservare come il ritmo attuale sia ancora parecchio al di sotto dell’ondata di accumulazione vista tra novembre e dicembre. Questo ci lascia pensare che, se da un lato la forza è ancora ridotta, c’è ancora un potenziale margine di accelerazione per i prossimi mesi.
Piccolo tip: Tenere sotto osservazione questa metrica è fondamentale per poter provare ad individuare i possibili momenti di inversione del trend di medio/lungo periodo. In passato quanto la posizione netta del realized cap ha remato in territorio negativo, in seguito ad una forte espansione positiva, è stato un segnale di ingresso in fase di distribuzione tipico da bear market. Ora siamo ancora lungi da questo scenario.
Bilancio dei miners torna positivo: ecco perchè potrebbe essere bullish!
Molto interessante osservare anche come dall’inizio del mese di maggio i miners di Bitcoin abbiano temporaneamente stoppato le vendite con il loro bilancio netto che è tornato in territorio positivo. Questo solitamente accade quando gli operatori del network credono che nelle prossime settimane/mesi ci possa essere un rialzo dei prezzi, e quindi temporeggiano per liquidare le loro scorte.
Tendenzialmente il loro comportamente è sbilanciato verso la vendita dei BTC minati, essendo così che possono permettersi di pagare i costi operativi delle farm.
Ciononostante nella storia di Bitcoin ci sono spesso state occasioni di “accumulo” da parte dei miners, le quali si sono rivelate, con il senno di poi, ottime opportunità di acquisto nel medio termine. Vedremo se anche in questa occasione il loro comportamento anticiperà una fase rialzista.
Da novembre 2023 in poi i miners hanno venduto nella maggior parte delle occasioni, preparandosi al dimezzamento avvenuto ad aprile 2024 per sopravvivere nei mesi successivi. Ora sembra stiano interrompendo il trend di vendita, nonostante un prezzo di Bitcoin favorevole, segno che ci potrebbe aspettare un’altra leg up rialzista da qui a fine anno.
Ricordiamo che i miners sono attori fondamentali per il network Bitcoin, non solo per il ruolo che svolgono ma soprattutto per le monete che detengono. Ad oggi possiedono circa 1,8 milioni di BTC pari ad un controvalore attuale di $185 miliardi.
Le nostre conclusioni a margine
Nel breve periodo Bitcoin potrebbe facilmente essere vittima di un assalto ribassista, con gli orsi che puntano a spingere la criptovaluta sotto la soglia psicologica dei $100.000. Il quadro dei dati macro vede una situazione di forte incertezza, come descritto in modo egregio nell’ analisi di stamattina, che alimenta i rischi di un calo, soprattutto durante il weekend.
Allo stesso tempo i dati on-chain ci suggeriscono di rimanere ottimisti, considerando che, se lo scenario macro non andrà degenerando, i tori avranno ancora parecchie cartucce da giocarsi.